15 Luglio 2021 - 17:28

Green Deal: cosa prevede, e soprattutto, sarà approvato?

Green Deal

L’obiettivo dichiarato con il Green Deal è ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030, e azzerarle del tutto nel 2050

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo. Per superare queste sfide, il Green Deal europeo trasformerà l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva.

Gli obiettivi del Green Deal sono i seguenti:

  • nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra
  • la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse
  • nessuna persona e nessun luogo siano trascurati.

Uno sguardo oltre la pandemia

Il Green Deal europeo è anche l’ ancora di salvezza per lasciarci alle spalle la pandemia di COVID-19. Un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa di NextGenerationEU e il bilancio settennale dell’UE finanzieranno il Green Deal europeo.

La transizione energetica nei fatti

Il principio alla base del piano è sviluppare una nuova strategia per la transizione a “un’economia decarbonizzata” tenendo conto anche delle ripercussioni economiche e sociali. Sulla carta è la strategia climatica multilaterale più ambiziosa mai tentata finora, che pone l’Unione europea molto più avanti delle altre grandi economie che perseguono il target delle emissioni zero, compresi gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, è improbabile che il pacchetto venga approvato così com’è senza importanti modifiche.

Una delle proposte di Fit for 55 prevede lo stop alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035, un obiettivo accompagnato dalla creazione di un nuovo mercato della Co2 per il trasporto su gomma e per gli edifici. Riguardo al carburante, secondo Bruxelles bisognerà passare dalla tassazione dell’energia basata sui volumi a una basata sul contenuto energetico dei combustibili. La tassazione minima sulla benzina passerebbe da 0,359 a 0,385 centesimi al litro, quella sul gasolio da 0,330 a 0,419. Le imposte minime sull’elettricità invece caleranno da un euro a megawatt/ora a 58 centesimi. Proposta anche una tassa sul contenuto di Co2 per tutelare l’industria Ue dalla concorrenza di economie con norme meno stringenti. 

Le problematiche applicative del piano

Ogni Stato membro ha le sue preoccupazioni di sistema. I paesi dell’Europa orientale dovranno raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni molto più elevati rispetto agli altri. L’industria della Polonia dipende pesantemente dal carbone e Varsavia teme l’aumento dei costi di produzione e la disoccupazione nel settore.

Altri paesi insistono sul fatto che l’energia nucleare o il gas saranno necessari come “combustibili di transizione”, ma classificare “verdi” questo tipo di fonti energetiche è un argomento controverso. Anche i singoli settori industriali hanno le loro preoccupazioni. La principale associazione europea dei produttori di automobili (Acea) fa presente alla Commissione che sta commettendo un errore cercando di eliminare le auto a benzina e diesel entro il 2035. I produttori affermano di sostenere tutti gli sforzi per rendere l’Europa a emissioni zero entro il 2050 ma ritengono che  vietare una singola tecnologia “non è una via razionale da perseguire in questo momento”.