4 Marzo 2021 - 17:11

Il Batman che Ride: è la follia a legarci al mondo

Batman

Ne “Il Batman che Ride” il duo composto da Snyder e Jock dà vita ad una delle più intriganti e spaventose versioni del Cavaliere Oscuro

“Il Batman che Ride”, scritto da Snyder e Tynion IV e disegnato dal duo Jock-Risso, è forse la versione del Cavaliere Oscuro su cui meno faremmo affidamento. L’opera è complessa e tetra ma l’aspetto che più stupisce di quest’albo è sicuramente il villain della storia: Batman. È il Pipistrello che tutti conosciamo o c’è dell’altro?

La trama

In una Gotham nera e dall’odore di sangue misto a metallo, il Batman che Ride fa il suo ingresso in scena. Lui, insieme ad un’altra versione del Pipistrello, il Batman Truce, ha come obiettivo quello di infettare l’intera città con la tossina che lo ha reso condotto alla pazzia.
Il Batman che Ride è forte come Batman, ragiona come Batman e conosce Gotham come Batman. Ciò che lo rende superiore al Pipistrello, però, è una cosa: è folle.
È per questo motivo che il Cavaliere Oscuro tenta una disperata alleanza con il suo nemico numero 1: il Joker. Ma i piani del principe del crimine sono diversi. Lui ha infatti capito che l’unico modo per eliminare un nemico del genere è essere esattamente come lui. Per questo fa in modo che Batman venga infettato da una tossina presente nel suo cuore e cominci il suo lento ma inesorabile declino verso la follia.

La follia come unica strada

Il Batman che Ride” mette in luce tutta una serie di fragilità del Cavaliere Oscuro. Una su tutte è la sua rigida morale. È per questo che l’unico modo per porre fine ai deliri di un pazzo forte come Batman è svincolarsi definitivamente dai propri freni inibitori.
In questa storia il Pipistrello recide una volta per tutte i legami che lo ancoravano al mondo razionale. L’unico ricordo ancora saldo in lui è la vigorosa mano di suo padre Thomas a proteggergli il petto in quel maledetto vicolo in una sera di tanti anni fa.

Batman comincia anche a dubitare di Gotham. Inizia a credere che forse la città su cui veglia con tanto impegno e costanza forse non vuole essere protetta. Per colpa (o merito) del siero di Joker la follia del Cavaliere Oscuro gli permette di vedere la vera essenza degli abitanti di Gotham. Il Pipistrello comincia a percepire la malvagità che in tutti questi anni aveva sempre fatto finta di non vedere. Comincia a dubitare della sua stessa morale e a fare i conti con sé stesso. Forse il Batman che Ride aveva ragione?

Quale Batman è il migliore?

Rispondere a questa domanda non è cosa semplice. Nell’incredibile opera di Snyder e Jock viene più volte ripetuto che il Batman come lo conosciamo noi non è all’altezza di un compito tanto infido. Per avere a che fare con la Gotham più tetra ed infame spesso bisogna essere in grado di accantonare la propria morale.
Ne “Il Batman che Ride” la violenza la fa da padrone. Il lento e inesorabile declino del Cavaliere Oscuro lo rende più forte. Nelle ultime pagine dell’opera si può ammirare un Batman cruento e imprevedibile: un Batman finalmente in grado di competere con la Gotham più nera. Che sia questa la strada giusta da percorrere?

Conclusioni

Il Batman che Ride è a mio parere un autentico capolavoro nel suo genere e non solo. Per gli appassionati del Cavaliere Oscuro può di certo essere considerata un must da avere a tutti i costi nella propria libreria, ma l’opera è in grado di emozionare e fornire spunti narrativi di grande spessore anche ai semplici lettori “casuali”.

I disegni richiamano alla perfezione il mood tetro ed angusto di Gotham, ma il particolare che pone l’opera nell’olimpo narrativo è nei baloons. I discorsi di Bruce Wayne nelle prime pagine sono candidi e razionali, perfettamente in linea con il carattere del protagonista. È, però, quando il Pipistrello intraprende la via della perdizione che le parole pronunciate cominciano a tingersi di rosso. Dapprima alcune lettere, poi qualche parola, infine tutti i pensieri del pipistrello riflettono i fantasmi che ormai albergano nella mente e nell’anima del Cavaliere Oscuro.

Non fartelo scappare, altrimenti “mi spezzi il cuore”!