8 Novembre 2020 - 20:36

Il caso dei visoni in Danimarca: lo spillover inverso che fa paura

visoni Danimarca

Non è la prima volta che si verifica abbattimento visoni in Europa. Necessarie strategie di sorveglianza sugli animali secondo Ilaria Capua

Già lo scorso giugno nella regione dell’ Aragona in Spagna erano stati abbattuti circa 90 mila visoni, poiché il virus era stato individuato tra gli esemplari dell’allevamento.

I visoni, come altre specie animali, sono suscettibili alla trasmissione del virus e tra questi e l’uomo si sono verificati già diversi contagi, ad esempio nei Paesi Bassi. Essi sono stati documentati da report. Tuttavia non solo il virus sembra esser passato dall’uomo al visone, ma anche dall’animale all’uomo secondo un processo che viene definito con l’espressione “spillover inverso”. Quest’ultimo è un fenomeno ben conosciuto da scienziati ed epidemiologi, che ha già da tempo scosso le comunità, portando a riconsiderare la salute umana nel rispetto degli animali e dell’ambiente.

Ora, il caso del contagio da coronavirus tra visoni si è riverificato questa volta in Danimarca e pare che esso sia stato rilevato in 5 allevamenti e 12 persone sono rimaste contagiate. La paura è che il virus possa replicarsi con un ceppo diverso da quelli circolanti e potrebbe pertanto rendere “inefficace” i vaccini su cui attualmente si sta sperimentando.

Tuttavia alcuni esponenti della comunità scientifica ritengono anche che questa eventuale mutazione del virus potrebbe avvenire anche dopo la creazione di un vaccino e che tuttavia tutte le mutazioni che fino ad ora si sono verificate non sono risultate mai pericolose, in quanto tutti i ceppi circolanti sono abbastanza simili tra loro.

La virologa italiana Ilaria Capua, direttrice dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, sostiene che vadano tracciate delle linee guida per la sorveglianza su animali selvatici, domestici e in cattività, linee guida che prevedano quarantene e pacchetti di cure per altre categorie di animali, i quali potrebbero essere suscettibili al contagio da coronavirus.