Ilva, progetto presentato da ArcelorMittal irrealizzabile: “Abbiamo un contratto e cercheremo di farlo rispettare”
Ilva, il progetto presentato da ArcelorMittal è inadeguato e non rispetta l’accordo con il governo. “Abbiamo un contratto e cercheremo di farlo rispettare”
Il progetto Ilva presentato da ArcelorMittal è ritenuto inaccettabile sia dal governo che dai commissari straordinari. Il piano prevede 5mila esuberi tra licenziamenti e mancato reintegro degli operai già in carico all’amministrazione straordinaria di Ilva. Ancora non è chiara però la risposta dell’esecutivo al piano industriale proposto dalla multinazionale. Il governo infatti dovrà presentare un piano per fermare i licenziamenti e i rinvii di ammodernamenti e ambientalizzazione.
I sindacati esprimono insoddisfazione e delusione per un progetto che non si può nemmeno discutere. Infatti il piano della multinazionale è stato presentato come “riservato”. Il progetto per l’ex Ilva di Taranto appare ai sindacati come una strategia per la fuga di ArcelorMittal. All’incontro il ministro dello Sviluppo Economico si è presenato come il portavoce dalla linea di governo manifestando l‘intenzione di perseguire l’accordo siglato il 4 marzo. Accordo che prevedeva un “coinvestimento” per tutelare i livelli occupazionali e guardare alla “produzione con idrogeno che può essere un elemento importante da qui a 5 anni”. In questo senso il progetto presentato dalla multinazionale non è fattibile. Patuanelli infatti rassicura: “Non c’è nessuna intenzione di portare avanti la loro proposta”.
Per i commissari straordinari di Ilva “i 7.500 dipendenti ipotizzati e la possibile ripresa nel 2025, con il rientro di lavoratori, rappresentano una violazione degli impegni”. Non c’è luce, inoltre, “sui numeri finanziari, eccessivamente sintetici”. A preoccupare, proseguono i commissari straordinari, è che “ci sono condizioni verso i soggetti terzi che dovrebbero finanziare anche le perdite”. Il piano presentato, quindi, “non può essere realizzato“. “Abbiamo un contratto e cercheremo di farlo rispettare”.
Ad aggravare la situazione si aggiungono le condizioni dei lavoratori. “Ci portiamo avanti questo problema dal 2008. Siamo stanchi, le cose sono peggiorate. Lo stato d’animo? Stando a casa con 800 euro di cassa integrazione cosa dobbiamo dire? Hanno buttato la chiave e non stiamo lavorando più”.
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