13 Febbraio 2015 - 12:21

Insulti, pugni e schiaffi: l’epilogo di una riforma costituzionale mai voluta

Il procedimento di riforma costituzionale, pensato dai padri fondatori e presente all’art. 138, prevede la possibilità di modifica della Carta Costituzionale attraverso un procedimento detto “aggravato”

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Questo procedimento prevede, oltre a un’ampia discussione (dovuta all’importanza dei temi affrontati) anche una “doppia deliberazione”, in cui Camera e Senato sono obbligate a votare per due volte il testo redatto a distanza di non meno tre mesi.

L’ormai celebre ddl Boschi, che prevede la fine del bicameralismo perfetto (o paritario), nasce, invece, come una riforma colma di lacune, in cui la fase di discussione, e di successiva approvazione, si è rivelata una delle più tribolate della storia repubblicana.

Il tutto è cominciato nel mese di agosto quando durante la presentazione del testo al Senato si è arrivati a un tragico epilogo.

La tanto decantata discussione prevista dai costituenti è praticamente scomparsa e in nome delle “riforme necessarie al paese”si è deciso di applicare il cosiddetto “canguro”, la tecnica per far decadere le modifiche simili, una volta bocciata la prima.riforma costituzionale

Nessuno, però, si aspettava un prosieguo ancora più amaro durante la seconda lettura a Montecitorio.

Infatti, ad aprire le danze è stata la richiesta di una seduta fiume (al fine di votare entro sabato la riforma, alla faccia dell’ampia discussione parlamentare) andata a vuoto il giorno dopo la richiesta, data la mancanza del numero legale.

A seguire c’è stata il giro di “mini – risse”, dapprima tra esponenti dell’NCD e della Lega Nord e poi quello fra SEL e PD, per arrivare all’aut–aut finale con le opposizioni, invitate a ritirare tutti gli emendamenti presentati.

A conclusione di giornata c’è stata, inoltre, l’ennesima bagarre nei democratici in cui la minoranza interna ha criticato pesantemente il Ministro Boschi (come dimostrano le parole di D’Attorre: “Questo modo di fare non è accettabile, visto che non c’è più il patto del Nazareno ci aspettavamo un cambio di metodo del governo […] Il Ministro Boschi pensa di essere in un altro mondo, un mondo sbagliato prima e oggi irreale”) e ha successivamente chiesto un’ulteriore assemblea per fare il punto sulla situazione creatasi.

La riforma costituzionale in discussione, che prevede un vero e proprio terremoto istituzionale, continua il suo iter nel modo più irrazionale possibile, dove la condivisione fra la maggioranza delle forze presenti (si contempla una maggioranza dei 2/3, evitando così anche il referendum costituzionale) e l’armonia della discussione in parlamento sono praticamente ignorate.

Si è creata, infatti, una situazione tale in cui i fautori della rivoluzione istituzionale sono disposti a qualunque cosa pur di far approvare il nuovo assetto, anche a dispetto della stessa Carta Costituzionale.

La partita è ancora aperta e la quarta approvazione è ancora lontana.

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