Italia Viva, sconfitta su tutta la linea: notte fonda per Matteo Renzi
Italia Viva scende allo 0,6% in Veneto e nemmeno in Toscana è decisiva. Matteo Renzi sorride mediamente solamente in Campania
Nemo profeta (nemmeno) in patria. Matteo Renzi è ormai alle corde, e con lui naturalmente c’è anche Italia Viva, che rappresenta l’altra grande sconfitta (oltre alla Lega) di queste Regionali. Il progetto dell’ex segretario del PD è naturalmente naufragato. Quest’ultimo è stato praticamente “risucchiato” dalla spirale del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle e non riesce più a vedere la luce. Non solo i renziani non riescono ad arrivare alla soglia dell’8-10%, ma addirittura non raggiungono nemmeno il 5%. Neanche in Toscana, terra da dove il mitico leader (allora) del PD ha cominciato la sua strada politica.
Eugenio Giani ha vinto con un margine di 8 punti su Susanna Ceccardi. E Italia Viva ha toccato a fatica il 4,5% dei consensi (2 seggi). Questo apre scenari molto importanti per quanto riguarda i rapporti di forza del Governo. Se già, infatti, il partito “renziano” era considerabile la terza forza, ora la forbice si allarga ulteriormente. In Puglia, nella terra della ministra Bellanova, Ivan Scalfarotto ha preso solamente l’1,7% dei consensi ufficiali. L’altra Regione dove Italia viva aveva deciso di mollare la coalizione di centrosinistra è la Liguria. Qui Aristide Massardo ha preso a malapena il 2%.
L’unica soddisfazione di Renzi è stata la Campania, dove ha superato il 6%. Qui, però, ha goduto dell’appoggio indiscriminato del “factotum” De Luca, che ha sicuramente giocato a suo favore. Una vittoria di Pirro, insomma. E a farglielo notare non sono solamente i fattori interni al partito, ma anche alleati come Andrea Orlando del PD.
“Il riformismo non può essere identificato con un risultato del 2-3%. C’è stato un errore e una mancanza di prospettiva unitaria su cui IV deve riflettere.”
Meglio rifletterci subito, però, o il rischio di scomparire è dietro l’angolo.
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