24 Marzo 2021 - 15:40

Johan Cruyff, l’influenza del “profeta del gol” sul calcio moderno

Cruyff

Johan Cruyff è entrato nell’Olimpo degli immortali, sia da calciatore sia da allenatore. L’influenza del fuoriclasse olandese sul calcio moderno

Le leggende non hanno una data di scadenza, restano nella memoria anche dopo la loro morte, Johan Cruyff ne è un esempio perfetto. Il sogno del campione olandese, si è avverato, pur senza vincer il Mondiale, ma diventando immortale. La storia del “Pelè bianco” è una meraviglia per gli amanti del calcio, ma non basterebbero poche righe per raccontarla.

Molto bello è invece pensare come le attuali generazioni hanno assorbito gli insegnamenti di Cruyff. L’emblema del calcio totale. Un pane quotidiano di avanguardia offerto sia da giocatore sia da allenatore. Un rivoluzionario, nel modo di essere e nel campo. Ne parlano anche i ragazzi che non lo hanno mai visto all’opera e un motivo deve pur esserci.

Il maestro che tutti vorremmo sentire. Molto del suo operato lo deve a Rinus Michels, ma senza Cruyff l’Ajax e l’Olanda non avrebbero potuto rendere pratiche le teorie del suo allenatore. Tattiche rese ancore più efficaci dal profeta del gol con il Barcellona. Dalla “Cruijff Turn”, finta per liberarsi degli avversari a colpi di genio istintivi e ancora più complicati.

Meno è lo spazio, più sicura è la vittoria

Oggi è facile individuare squadre che giocano molto corte e squadre con linee più sfasate, ma il primo a rendere il concetto pura realtà fu il genio olandese. Idee che poi riprese anche da allenatore e diede in eredità anche a Guardiola, soltanto per citarne uno tra tanti. L’Ajax cercava di ridurre sempre lo spazio con una identità ben precisa: a destra il sacrificio, a sinistra la fantasia.

Pressing non pressione, una differenza sottile ma non banale

Molte volte sentiamo critici e tattici parlare di pressing e non di pressione. Ci sarà un motivo? Certo che si. Il pressing è una strategia di gruppo, una pressione esercitata in contemporanea da tutti i giocatori che appunto si trasforma in pressing. La corsa di un attaccante solitaria non serve a nulla. “Correre troppo è sbagliato, bisogna farlo nel modo giusto”. Una delle tanti frasi iconiche uscite dalla sua bocca, come anche: Il calcio si gioca con la testa. Se non hai la testa, le gambe da sole non bastano.“

L’idea interpretata perfettamente da Cruyff in campo era di portare sempre l’avversario sul piede debole, per costringerlo a forzare la giocata, oppure a scaricare il pallone sull’uomo più vicino già aggredito da un suo compagno di squadra.

Andare indietro non è sbagliato, l’idea rugbystica del calcio di Cruyff

Spesso si ha l’impressione che per fare gol si debba andare sempre in avanti. Non è così. Oggi vediamo numerosi club che gestiscono il pallone da dietro, con l’ausilio del portiere e con un possesso che predilige il sostegno sul giocatore che viene da dietro e che ha un miglior spazio di visione. Andare indietro per andare avanti, un paradosso che porta i suoi frutti. Idea applicata e sviluppata anche dal Milan di Sacchi, che è riuscita alla perfezione proprio contro il Barcellona di Cruyff.