Johnson, scandalo Pincher: deciso il destino del primo ministro
+++ AGGIORNAMENTO +++
Secondo la BBC, pare che alla fine Boris Johnson abbia deciso di dare dimissioni dall’incarico di primo ministro. La decisione è stata presa dopo lo scandalo Pincher, il quale ha colpito in modo insanabile il suo governo. Oggi il premier si dimetterà dall’incarico di leader del Partito Conservatore di maggioranza, rimanendo ancora per un po’ a capo del governo inglese.
Le elezioni per il suo successore infatti avverano durante l’estate, proclamando così il nuovo primo ministro solamente in autunno. Johnson quindi avrà ancora qualche mese per guidare la nazione, anche se ormai ha perso completamente la fiducia di tutta la politica inglese.
Lo scandalo Pincher
È surreale cosa sta succedendo in Gran Bretagna. Nessuno poteva solo immaginare che il mandato Boris Johnson, eletto come premier nel 2019, potesse raggiungere livelli così bassi. E invece, dopo lo scandalo dei party organizzati in piena pandemia, un altro caso si scaglia inesorabile sul primo ministro. A causa di tutto ciò ci sarebbe uno stretto collaboratore di Johnson, Chris Pincher, il deputy chief whip. Lo scandalo è nato quando Pincher, ritrovatosi ubriaco in un gentleman club di Londra, abbia iniziato a molestare e palpeggiare due uomini, di cui uno essere un deputato.
Il caso ha avuto una risonanza mediatica clamorosa, portando uno scossone alla già fragile posizione di Johnson. Nelle ultime ore infatti il premier ha dovuto accogliere diverse richieste di dimissioni da parte dei suoi ministri. Ecco un rapido elenco delle varie figure che hanno deciso di lasciare il governo rappresentato dal primo ministro in carica:
- Brandon Lewis, il ministro per l’Irlanda del Nord;
- Damian Hinds, il ministro della Sicurezza:
- George Freema, il ministro per la Scienza;
- James Cartlidge, il ministro della Giustizia;
- Rishi Sunak, il ministro delle Finanze;
- Edward Argar, il ministro della Sanità;
- Simon Hart, il ministro del Galles.
- Michelle Donelan, Segretario di Stato per l’Istruzione.
Tra licenziamenti e dimissioni
Altri importanti figure politiche britanniche stanno chiedendo, dopo lo scoppio del caso Pincher, le dimissioni dell’attuale premier. Gli stessi Priti Patel e Nadhim Zahawi, nominati come ministri non meno di 24h fa dallo stesso Johnson, hanno proposto adesso un passo indietro al loro primo ministro. Ma il premier non pare voler gettare la spugna, ed anzi, negli ultimi giorni sembrerebbe stia ripulendo il proprio governo di figure politiche non fedeli a lui. Il licenziamento di Michael Gove, ministro del riequilibrio territoriale è solo l’ultimo in linea temporale.
Johnson è convinto di dover ancora dare tanto al suo paese in termini politici, e per questo non intende presentare ora le sue dimissioni. La grave situazione in Ucraina e la crisi del potere d’acquisto necessitano ancora di una figura come la sua, secondo l’attuale premier inglese. Nel frattempo l’opposizione è pronta a richiedere le elezioni anticipate, e di far modificare l’attuale regola che protegge il capo del governo per altri 11 mesi. A tal proposito, si radunerà lunedì il potente “Comitato 1922“, che deciderà le sorti politiche di Johnson.
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