19 Giugno 2021 - 17:40

Juneteenth: cosa ha significato festeggiare quest’anno la giornata dell’Emancipazione

Juneteenth

Dopo anni di lotte, il Juneteenth è ufficialmente riconosciuta come festa federale americana. Ma, nell’attuale scenario politico e culturale, cosa significa festeggiare la ricorrenza che celebra la fine della schiavitù afroamericana?

Giovedì 17 Giugno, il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha sottoscritto una legge che concretizza il Juneteenth come nuova festa federale degli USA. Dopo l’approvazione del Congresso (la legge è stata accolta con i 415 voti a favore e 15 contrari); la firma di Biden è arrivata il giorno seguente.

Poiché è stato deciso che la nuova legge avrebbe avuto un’effetto immediato, già da quest’anno è stato possibile celebrare la ricorrenza. Si tratta della prima festa federale istituita dopo ben 38 anni, quando nel 1983 venne deciso che il 17 Gennaio si sarebbe celebrato il Martin Luther King Day. “Sono presidente solo da alcuni mesi, ma credo che questo resterà uno dei miei più grandi onori da presidente– ha dichiarato Biden.

Ma cosa si festeggia in questa nuova festa nazionale americana? Il Juneteenth è la celebrazione dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, festeggiata dagli afroamericani sin dalla fine dell’800, la cui tradizione è stata mantenuta fino al giorno d’oggi.

Il 9 Aprile 1865, nel villaggio di Appomattox, in Virginia; il generale Robert E. Lee, colui che comandava l’esercito della Confederazione del Sud, si arrese al generale Ulysses S. Grant, il capo dell’esercito federale del Nord. L’incontro tra i due comandanti, viene considerato come l’ultima grande impresa della Guerra Civile Americana.

Circa due mesi dopo, per la precisione il 19 Giugno 1865; Gordon Granger, un generale dell’Unione, si diresse a Galveston, in Texas, per informare gli schiavi afroamericani della fine della Guerra Civile e della loro ritrovata libertà. Tale dichiarazione rese effettivo il cosiddetto “Emancipation Proclamation“, emesso dal presidente Abraham Lincoln, quadi due anni e mezzo prima, il 1 gennaio 1863.

Solitamente, i festeggiamenti del Junenteenth consistono in una giornata in cui le famiglie si riuniscono, trascorrendo del tempo insieme, pregando e mangiando insieme. Per molti, è ‘ usanza comune anche fare pellegrinaggio annuale a Galveston. Di recente, alcune città USA organizzano eventi pensati sempre più in grande, come parate e festival che vedono coinvolti residenti e piccole imprese locali.

Sempre nel corso di tale dibattito, per molti versi, è stata riscoperta anche la celebrazione del Juneteenth, ricorrenza di cui molti americani non appartenenti alla Black community non ne erano nemmeno a conoscenza. Già dal 1980, il Texas è diventato il primo stato a designare tale data come festività, sebbene il riconoscimento sia stato fino ad ora soprattutto simbolico. Da allora, altri 45 Stati hanno cercato di ufficializzare la data. Adesso, invece, con grande difficoltà verrà dimenticata. Un rilevante cambiamento, si era già visto nel 2020, quando molte aziende avevano deciso di contrassegnarlo come una vacanza aziendale, dando a molti dipendenti un giorno libero retribuito. Società come Target, Twitter e Nike hanno tutti riconosciuto il Freedom Day lo scorso anno.

Per anni, gli attivisti della comunità nera hanno tentato di far approvare la legge che consacrasse il Juneteenth come festa ufficiale. Nonostante ciò, la questione è risuonata solo di recente, in seguito all’uccisione di George Floyd, un’afroamericano ucciso per mano della polizia di Minneapolis. Nella primavera dello scorso anno, la drammatica vicenda diede inizio a un’ondata di proteste che videro protagoniste le principali città americane e, successivamente, le principali capitali mondiali. Il caso Floyd, come è stato ribattezzato dalla stampa, ha dato vita a una rinnovata ondata d’interesse verso il movimento del Black Lives Matters. Conseguentemente a ciò, è stato riaperto il dibattito sui diritti delle persone nere ed ha avuto inizio una serie discussione critica riguardo a un sistema che per anni è stato tendenzialmente dominato dalla white-supremacy, che ha reso vittime tantissime persone nere come Breonna Taylor; Ahmaud Arbery o David McAtee .