14 Dicembre 2021 - 16:43

Alla scoperta del Villarreal: l’ultima sfida all’Arechi con un giovane Chiellini

Villarreal

La Juventus affronterà il Villarreal agli ottavi di finale di Champions League. Una squadra molto simile ai bianconeri per pregi e difetti

A Torino si ballerà nuovamente il flamenco, ma con un abito giallo, quello del Villarreal: continua così il feeling tra la Juventus e le squadre spagnole. I bianconeri affronteranno il dodicesimo “equipo” nelle coppe Europee dopo Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Valencia, Deportivo La Coruna, Siviglia, Real Sociedad, Celta Vigo, Tenerife, Athletic Bilbao e Real Saragoza. Una tradizione portata avanti anche da Max Allegri, che spesso lungo il proprio cammino ha incontrato i pericoli de La Liga. Tra i due club sarà una prima volta in Champions League. Non si sono mai sfidate in competizioni europee.

L’ultima volta all’Arechi in onore di Andrea Fortunato

L’unico precedente ha un ricordo molto particolare. Le due squadre presero parte al Memorial Andrea Fortunato, giocatore della Juventus tristemente scomparso a 23 anni a causa di una leucemia. Un giovane promettente fermato da una brutta malattia, nato a Salerno e sempre nella memoria del calcio italiano. La partita si disputò proprio all’Arechi, lo stadio della sua città.

Un’amichevole che vide vincere il Villarreal per 4 a 1. Nella difesa bianconera c’era un giovane Chiellini, l’unico ancora oggi presente nella rosa della Juventus. Negli spagnoli invece un intraprendente Giuseppe Rossi faceva sognare l’Italia agli inizi della sua carriera, poi non decollata per colpa di mille infortuni. Pepito in questo match non andò a segno, ci pensarono Pires, leggenda dell’Arsenal degli invincibili e Cazorla, allora astro nascente della provincia di Castellon. Completarono il tabellino due brasiliani, Nilmar e Amauri, che prese poi la cittadinanza italiana nel 2010.

I pericoli e le debolezze del Villarreal

“Chi si somiglia si piglia” ed è proprio il caso della Juventus e il Villarreal, destinati ad incontrarsi dopo l’errore “di software” (almeno così vogliono farci credere) nel primo sorteggio. Due squadre che hanno molto in comune a partire dall‘altalena di prestazioni in campionato, che nel caso degli spagnoli è ancora più evidente, e il buon rendimento in Champions League.

El Submarino Amarillo perde l’orientamento soprattutto fuoricasa, dove non ha mai vinto in Liga. In Europa, invece, ha conquistato gli ottavi di finale proprio grazie ad una vittoria lontano dall’Estadio della Ceramica, quella decisiva contro l’Atalanta. Non sono molti i gol subiti, la difesa è guidata bene da Albiol e Pau Torres, un esperto e un giovane con una buona intesa. Latita invece l’attacco nonostante il talento di Danjuma e Moreno, che contro la Dea hanno risolto la partita con le loro giocate e sfruttando anche gli errori avversari. Questa la prima cosa in comune con la Juventus, che non è ancora riuscita a trovare i gol dopo l’addio di Ronaldo. Gli infortuni di Dybala e Chiesa stanno complicando le cose e sarà fondamentali averli al meglio a febbraio.

Entrambe le squadre giocano con un 4-4-2, che nel caso della Juventus può trasformarsi in più offensivo 4-2-3-1. Le chiavi del centrocampo del Villarreal sono affidate a Parejo, da lui dipende la trama della partita. Il lavoro sporco passa per l’atletismo e la dinamicità di Capoue, bravo sia in fase di interdizione sia ad inserirsi. Allegri dovrà giocarsi bene le carte per limitare il centrocampo rivale e per evitare che il Villarreal si impossessi del gioco. Il punto debole di Madama sta proprio nella mediana, spesso poco dinamica e precisa. Sarà fondamentale trovare il partner giusto di Locatelli e sperare in un Dybala che possa dare superiorità nel palleggio.

La Juventus può impadronirsi della partita sfruttando le fasce, con Chiesa da una parte e Cuadrado dall’altra. Entrambi hanno grandi capacità nel saltare l’uomo e possono mettere in difficolta Moreno e Gomez, tenendoli molto bassi a ridosso dei terzini. Molto dipenderà anche dalle scelte di Emery, che contro l’Atalanta ha optato per una linea laterale più conservativa e non per giocatori offensivi come Pino o di maggiore spinta come Trigueros. L’esperienza di un allenatore che ha vinto 4 Europa League e che ha raggiunto un grande status Europeo può diventare il vero asso nella manica degli spagnoli. Allegri dovrà allora essere ancora più bravo a prendersi tutte le carte ed impedire un nuovo passo falso contro una squadra alla portata.

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