5 Ottobre 2015 - 18:02

Il mito di Buster Keaton, antieroe del cinema muto

Keaton

Il 4 ottobre 1895 nasceva a Piqua, nel Kansas, uno dei più grandi divi del cinema muto: Buster Keaton. Tra i primissimi a ricevere una stella sulla mitica Walk of Fame di Los Angeles, fu al contempo un commediante, attore grottesco, comico e drammatico

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Una fugace ricerca in Google nella sezione “Immagini“, con la parola chiave “Buster Keaton“, restituisce nel 100% dei casi il volto di un uomo che non sorride mai.

Keaton

Buster Keaton

Eppure Buster Keaton, uomo del Kansas come Dorothy Gale del Fantastico Mondo di OZ,  divo del cinema muto americano e tra i primissimi attori che hanno ricevuto l’onore di una stella sulla mitica Hollywood Boulevard a Los Angeles, è stato anche un commediante, nonché attore comico.

Il fatto è che la comicità di Keaton è una comicità speciale, una di quelle che tracciano le loro origini nella commedia francese di fine Settecento, quella dei vaudevilles, che stranamente si affermarono in uno dei paesi artisticamente più lontani dalla Francia, quegli Stati Uniti nei quali il cinema costituiva già un’industria di tutto rispetto e non c’erano mai stati grandi gruppi di artisti di strada.

Anche il nome di “Buster” Keaton trae origine nel vaudeville: si dice infatti che quando l’attore, nato come Joseph Frank Keaton da una coppia di collaboratori del maestro del magico Harri Houdini, inciampò ancora bambino e cadde per le scale senza farsi nulla, egli stesso abbia esclamato: “What a buster!” (“Che capitombolo!“). Di qui il nome con cui il padre lo fece esordire al teatro, accanto a lui e a sua moglie Myra.

Quel capitombolo, forse, scrisse la storia dell’uomo-attore Buster Keaton: debuttante a soli quattro anni, nel 1899, in uno spettacolo a New York, girò il mondo arrivando anche in Europa e distinguendosi nel ruolo di colui che oltraggiava sé stesso. È dunque una comicità complessa, quella di Keaton, quella di un uomo che non faceva ridere solo per la gag spontanea di un minuto, ma che faceva ridere per la sua capacità di essere al posto sbagliato al momento sbagliato.

Una comicità che mette un po’ alla berlina i potenti, insomma, una di quelle che segue gli appiattiti alle prese con la fugacità della propria esistenza.

Uno dei suoi film più importanti di Keaton, ad esempio, fu “The Playhouse” (1921), nel quale l’attore dimostra con grande intelligenza che non si può e non si deve temere l’acrobata di strada, il saltimbanco o il lavoratore sfruttato, ossia l’ultimo uomo della scala sociale, ma si devono temere le cose imperiture come le scrivanie, le cravatte, le guerre.

Probabilmente unico attore in grado di reggere il mito del britannico Charlie Chaplin, che nello stesso periodo in cui Keaton andava affermandosi era già un mito del cinema comico, Keaton recitò in quasi cento tra cortometraggi ed altri film muti, molti dei quali appaiono oggi raccolti in una collezione di sei DVD imperdibili per ogni appassionato.

Amico di Roscoe “Fatty” Arbuckle, uno dei più grandi comici americani degli anni ’20 e ’30, Keaton fu il primo attore in assoluto ad apparire sdoppiato sullo schermo: nel citato Playhouse, infatti, una tecnica rivoluzionaria per l’epoca lo moltiplicò per sette volte all’interno della stessa immagine.

Modernissimo ed ancora curiosamente attuale, Buster Keaton morì nel 1966 in circostanze curiose, da vero antieroe: giocando a carte con gli amici, felice nonostante una gravissima malattia di cui era affetto e che gli fu tenuta nascosta. Pochi anni prima, nonostante il declino al quale andò incontro a causa dell’avvento del sonoro, aveva aperto uno degli episodi di una delle più straordinarie serie TV di fantascienza americane, quel Twilight Zone che vide decine di attori debuttanti alle prese con trame “Ai confini della realtà“.

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