12 Novembre 2021 - 11:42

La crisi tra Polonia e Bielorussia si allarga sul piano economico e diplomatico

bollette gas

La crisi tra Polonia e Bielorussia si allarga: il presidente bielorusso ha minacciato di impedire le forniture del gas all’Europa

La crisi tra Polonia e Bielorussia, dove da giorni migliaia di migranti provenienti dal Medio Oriente tentano di entrare in Polonia e sono bloccati dalle forze dell’ordine polacche, continua a peggiorare e sta aprendo nuovi fronti di scontro tra l’Europa da un lato e, dall’altro, la Bielorussia e il suo principale paese sostenitore, la Russia.

In particolar modo Alexander Lukashenko, il presidente bielorusso, ha dichiarato apertamente l’intenzione di voler chiudere le forniture di gas naturale che arrivano in Europa qualora l’Unione Europea dovesse imporre delle sanzioni economiche al suo paese. La questione dei migranti, invece, è oggetto di scontro all’interno delle Nazioni Unite.

Negli ultimi giorni i migranti presenti in Bielorussia hanno tentato più volte di entrare in Polonia, e sono stati respinti, talvolta, anche con la violenza.

Il ministro della Difesa polacco ha fatto sapere che i suoi soldati al confine hanno sparato colpi di avvertimento in aria per tenerli lontani.

Inoltre le temperature, nella zona di confine, sono sotto lo zero e i migranti sono costretti ad accamparsi e a riscaldarsi nei modi più disparati.

La crisi sta virando anche sul piano economico e diplomatico infatti Lukashenko ha minacciato di chiudere i rifornimenti di gas naturale che passano dal suo paese:

 «Noi riscaldiamo l’Europa, e loro minacciano di chiudere il confine. Ma che succede se gli tagliamo il gas?»

La questione del gas è particolarmente sentita in questi mesi perché in tutto il mondo c’è una grave carenza e, inoltre, l’aumento dei prezzi sta mettendo in difficoltà sia le imprese sia le famiglie.

C’è stato anche uno scontro durante un incontro d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU, durante il quale i paesi occidentali e, nello specifico, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, che sono membri permanenti, assieme ai membri a rotazione Albania, Estonia e Irlanda, hanno presentato un comunicato in cui accusavano il governo bielorusso di mettere in pericolo le vite dei migranti «per ragioni politiche» e con il palese obiettivo di «destabilizzare i paesi vicini e i confini esterni dell’Unione Europea e sviare l’attenzione dalle sue crescenti violazioni dei diritti umani».