“La forma della voce”: bullismo e disabilità nell’anime di Naoko Yamada
“La forma della voce”, film d’animazione diretto da Naoko Yamada, è una pellicola intensa che tratta con delicatezza bullismo e disabilità
La forma della voce racconta una storia intensa ed emozionante, trattando con delicatezza due tematiche scivolose: bullismo e disabilità. Il film di animazione del 2016 diretto da Naoko Yamada rappresenta l’adattamento anime del manga A Silent Voice di Yoshitoki Ōima. Scopriamo la trama della pellicola.
Trama
Una nuova studentessa di nome Shoko fa ingresso in una scuola elementare giapponese. La bambina non è udente e cerca in ogni modo di farsi accettare dalla classe. Shoya e i suoi amici la prendono di mira, iniziando ad offenderla. Quando il preside interviene per sedare gli episodi di bullismo, le colpe ricadono solo su Shoya che a sua volta diventa vittima di vessazioni da parte del gruppo.
Shoya è fuori di sé e sfoga su Shoko la sua rabbia. I due vengono alle mani. La bambina, per via della situazione insostenibile, viene mandata in un’altra scuola. Dopo alcuni anni, il ragazzino ritrova un quaderno su cui Shoko era solita trascrivere i suoi pensieri. Nel frattempo, Shoya frequenta il liceo ma ciò che è accaduto nel suo passato reca ancora tracce evidenti: vive in uno stato di profonda solitudine ed è incapace di comunicare con gli altri.
Un giorno decide di andare a cercare Shoko per ridarle il taccuino. Shoya rivela alla ragazza di aver imparato la lingua dei segni, mosso dal desiderio di fare ammenda per il suo comportamento. I due iniziano a incontrarsi su un ponte per dare da mangiare a delle carpe koi, ma questo è solo l’inizio di una serie di peripezie…
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