19 Novembre 2021 - 12:14

La luce blu, una nemica invisibile

luce blu

Luce blu artificiale e display elettronici, ne conosciamo davvero tutte le reazioni sul nostro corpo? Qualche trucco per proteggersi dagli effetti nocivi

La luce blu appartiene alla luce che viene emessa ogni giorno naturalmente dal sole. Nel corpo umano si attivano una serie di difese naturali per proteggere pelle e occhi dall’esposizione solare, soprattutto dalle luci appartenenti al campo delle non visibili, a cui sono riconducibili i raggi ultravioletti e pertanto la luce blu.

Con la digitalizzazione della società nel corso degli ultimi 20 anni, la luce blu viene artificialmente prodotta da una serie di dispositivi elettrici ed elettronici come rispettivamente lampadine a LED e display di smartphone, tablet e pc (la luce blu permette proprio di rendere visibile i display anche di giorno). Diverse le domande che gli studiosi si sono posti riguardo agli effetti nocivi durante l’esposizione alla luce blu, le cui conseguenze a lungo termine non sono ancora del tutto note.

Inquinamento luminoso, stress ossidativo cutaneo, sindrome da computer (CVD), agitazione e insonnia, stress visivo e persino degenerazione maculare sono tra le conseguenze negative più comuni rispetto ad una eccessiva ed imprudente esposizione alla luce blu artificiale. Ma come possiamo difenderci in un mondo, soprattutto quello degli ultimi anni che ha visto la crescita esponenziale di devices e tecnologie per lo smart working e la didattica a distanza, in un pianeta messo in ginocchio dalla pandemia?

Se l’occhio umano riesce a difendersi dalla luce solare attivando una serie di meccanismi come il restringimento delle pupille, la chiusura delle palpebre, il distogliere lo sguardo per evitare che la luce entri troppo intensamente all’interno della retina danneggiandola, non sono sufficienti le stesse strategie naturali per difendersi dai danni della luce blu artificiale. Se trascorriamo diverse ore al pc, concentrando notevolmente l’attenzione sullo schermo, le nostre palpebre inizieranno a chiudersi ben 5 volte in meno in un minuto, fenomeno che porterebbe a problemi di secchezza oculare. Inoltre diversi oftamologi hanno evidenziato una stretta correlazione tra degenerazione maculare precoce della retina ed esposizione prolungata alla luce di monitor e display. L’azione del concentrare lo sguardo su un oggetto a distanza ravvicinata, determina l’orientamento dei bulbi oculari in convergenza, disposizione che potrebbe a lungo andare causare veri e propri disturbi del coordinamento oculare.

Per proteggere gli occhi da possibili danni irreversibili, si può cercare di distogliere lo sguardo dalla postazione di lavoro ogni 20 minuti per 20 secondi su di un oggetto posizionato all’incirca a 20 metri di distanza: è la cosiddetta regola del 20-20-20. Negli ultimi tempi sono inoltre in commercio lenti specifiche capaci di assorbire la luce blu e ridurre l’esposizione alla luce blu del 40%.

Altri fenomeni tipici delle numerose ore trascorse davanti al pc (Computer Vision Syndrome, CVS) oltre ad arrossamento, prurito e sdoppiamento della vista, sono mal di testa per l’affaticamento dei muscoli oculari e dolori al collo che possono essere facilmente risolti con l’utilizzo di rialzi per notebook o l’inserimento di un paio di libri sotto il monitor per non dover inclinare eccessivamente il capo durante l’attività lavorativa.

Negli ultimi anni, in seguito all’introduzione di lampadine a basso consumo energetico, le lampadine a LED, è stata favorita l’eliminazione graduale di quelle alogene e ad incandescenza, ma si è maggiormente esposti alla luce blu, in quanto la tecnologia LED permette di emettere luce ad una lunghezza d’onda più corta, la cosiddetta luce “blu ricca”. Tale effetto è amplificato se si utilizzano lampadine LED tra i 5300 e i 6500 kelvin, che solitamente però vengono utilizzate in grandi spazi  e luoghi pubblici. Minore, per non dire quasi inesistente l’impatto nocivo delle lampadine LED “warm White” cioè le classiche lampadine da 4000 kelvin utilizzate negli ambienti casalinghi, per arrivare a quelle sotto i 3300 kelvin, il cui colore blu si riduce notevolmente.

Mentre per i problemi oculari si consiglia, specialmente per gli utenti più giovani, quali bambini e studenti un controllo periodico presso uno specialista in oftalmologia, gli stress ossidativi della pelle e la diminuzione dell’ormone del sonno possono essere si minimizzati utilizzando le seguenti accortezze. Un’alimentazione ricca di nutrienti antiossidanti quali vitamina A, C ed E, betacarotene, luteina,  e licopene può contrastare la diffusione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cutaneo. I cibi ricchi di tali sostanze sono melograno, pomodori, mirtilli, mandorle, noci, cioccolato fondente, spinaci, nonché quantità abbondanti di frutta e verdura a tavola. In più una crema viso altamente ricca in vitamina C, combinata con l’utilizzo di un fattore di protezione solare può creare uno schermo a 360° contro l’inquinamento luminoso.

Discorso diverso la riduzione della melatonina nel nostro corpo, che a causa di un’informazione sbagliata che il nostro cervello riceve dagli occhi (la luce blu equivale al pieno giorno), la produzione dell’ormone da parte della ghiandola pineale viene inibita, dando origine a fenomeni di disturbo del sonno. In questo caso l’unica soluzione efficace, dopo l’utilizzo di diverse tecnologie di recente generazione per la diminuzione della luce blu dal display, sembra essere proprio lo spegnimento dei devices subito dopo cena, rinunciando alla lettura dell’ultimo messaggio Whatsapp sul proprio smartphone.