La minoranza PD e l’Italicum: prove tecniche di trasmissione
Nuovo contrordine tra parte della minoranza PD che ora si schiera a favore dell’Italicum
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La discussione sulla nuova legge elettorale (il c.d. Italicum) sta creando, di giorno in giorno, delle situazioni più uniche che rare nel nostro panorama politico.
Dopo la bagarre, e il conseguente voto monocolore, in Commissione Affari Costituzionali e il “triste” epilogo della discussione generale (solamente 20 presenti in Aula), cominciano anche i primi distinguo “politici” nelle diverse aree.
Anche in questa situazione, come ormai spesso capita (vedi riforma del Senato e Jobs Act, tanto per citarne alcune), a destare stupore è l’atteggiamento della minoranza PD.
L’”ala sinistra” del partito, infatti, più di una volta ha intrapreso aspre battaglie (generando scontri violenti con l’ala maggioritaria) su questo o quel provvedimento per poi, pian piano, cedere e ritornare sui propri passi.
Anche sull’Italicum si ha la medesima situazione.
La legge elettorale ha rappresentato, sin dalla sua nascita, la riforma “devasta PD”: soglie di sbarramento, capilista bloccati e premio di maggioranza (concordato con l’allora alleato “Cavaliere”) hanno seriamente minato la serenità dei “democrats” portando sempre più ad un muro contro muro tra le diverse correnti interne.
Eppure qualcosa da ieri sembra essere cambiata; l’“outing” della cuperliana di ferro Anna Giacobbe (seguita dal deputato SEL Antonio Matarrelli) e la prospettiva di un voto segreto hanno rasserenato di nuovo l’ambiente.
L’annunciata “Waterloo” sembra totalmente sparita e c’è chi addirittura pronostica risultati anche migliori di quelli previsti.
Questi due elementi (che porterebbero a ulteriori distinguo sia ufficiali che ufficiosi) mettono in seria difficoltà l’ala minoritaria PD.
Il “segreto dell’urna”, infatti, potrebbe far rientrare la crisi interna al partito e addirittura potrebbe rendere anche maggiore il pubblico favorevole all’Italicum stesso, rendendo vane le rimostranze dei diversi capicorrente.
Il volto dei renziani, rispetto agli ultimi giorni, sembra quindi più disteso tanto che il Ministro Guerini ha escluso anche il voto di fiducia.
La minoranza PD esce dalla battaglia, come accade ogni volta, con le ossa rotte trovando l’unico appiglio nella ormai celebre frase… “È l’ultima volta che appoggio il governo”.
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