La sindrome “da Grande” di Cattelan: analisi della prima puntata
Domenica si è concluso il primo appuntamento dello show di Alessandro Cattelan “da Grande”. Ripercorriamo i momenti salienti con l’analisi della puntata
Chi l’ha detto che ad avere giusta considerazione debba essere soltanto la sindrome di Peter Pan? Cosa resta di chi a vent’anni ha già chiare le idee per il futuro e a 41 è un conduttore affermato? Resta Cattelan, lui che “da Grande” ha conquistato la Rai.
Domenica 19 settembre si è concluso il primo dei due appuntamenti con lo show televisivo di Alessandro Cattelan. Il conduttore per affrontare il suo passaggio alla Tv di stato dopo fedeli anni passati alla Pay tv, ha ben pensato di scrivere un programma. Un format che potesse in qualche modo dimostrare la sua acerbezza in Rai e al contempo la sua maturità artistica e di conduzione.
Partiamo col dire che l’idea di fondo è buona. A casa Rai il varietà funziona bene e il pubblico fidelizzato quasi sempre lo accoglie con entusiasmo. Ma siamo sicuri che la creatura di Cattelan strizzi realmente l’occhio all’entertainment? Apparentemente sì.
Tanti gli ospiti, sia musicali che provenienti dai diversi rami dello spettacolo e una presunta scaletta che in un qualche modo avrebbe dovuto segnare un percorso anagrafico. A cominciare dall’adolescenza e la passione per le boy band. Ecco che invitare i ragazzi de Il Volo può apparire la soluzione migliore.
Dopo l’iniziazione in Rai benedetta da Carlo Conti e il suo memento “Ripeti: sono una giovane promessa“, è la volta di partire ufficialmente con i primi ospiti di puntata, Il Volo. Il concetto vincente è quello secondo cui le boy band piacciono a tutti e in effetti è così. Ma attenzione ai tempi.
Il ghiaccio fa fatica a sciogliersi e non perché le gag tra Cattelan e Il Volo non funzionino, anzi, ma per i tempi. Troppo lunghi, troppo per un conduttore abituato invece ai ritmi serrati della tv a pagamento. Nulla da dire sulla bravura delle performance e sulla simpatia del trio, tuttavia il blocco ha peccato di fluidità.
L’asticella torna su con Luca Argentero e il momento intervista vis a vis. L’atmosfera a metà tra il “David Letterman show” e il talk tutto italiano “E poi c’è Cattelan” esalta e conquista il pubblico. Bene anche “I soliti pacchi” con Marco Mengoni. Divertimento assicurato ed una irresistibile affinità tra conduttore ed ospite.
Sempre sulla scia dei programmi televisivi di successo, già vista, ma carina l’idea di coinvolgere Paolo Bonolis all’interno di un mix di sue conduzione. Il risultato è “Avanti un Darwin”. Mentre gli affezionati Mediaset non hanno ritardato a riconoscere ambo le trasmissioni, Bonolis è parso irriverente e a suo completo agio.
Altro momento top è stato il ricordo di Raffaella Carrà. L’iniziale minuto di silenzio è stato interrotto dall’assordante Rumore della sua musica. Impossibile rendere omaggio a Raffaella restando a voce bassa. Meno centrata Elodie, bellissimo il costume di scena cucito sulla lunga tradizione della Carrà e buono il medley, ma meno convincente il siparietto sulla prima guida. Inutile e scollegato.
E a proposito di omaggi dovuti e sentiti, buona anche la tattica seppur ruffiana di iniziare “da Grande” con spezzoni dei principali annunci televisivi della scomparsa Nicoletta Orsomondo. Le persone adulte infatti sanno che certe osservanze sono di buon costume e in più fanno bene al cuore.
La chiusura della prima puntata di “da Grande” si serve anche dello zampino dei Social. Cattelan fa dell’ironia sul suo ospite Blanco. Lui abituato solo agli schermi verticali degli smartphone non verrebbe mai in una vecchia trasmissione “orizzontale”. Ed ecco l’idea di aprire una diretta instagram proprio mentre l’artista si esibisce.
Nel complesso la prima puntata seppur presentando delle difformità e dei momenti evitabili è filata come in genere va un debutto. Con qualche sbavatura, ma con la fame di portare avanti un’idea. Alessandro Cattelan è uno che sa il fatto suo, ma reggere la tensione della prima volta in Rai non è stato facile nemmeno per lui.
La seconda puntata di “da Grande” andrà in onda domenica 26 sempre su Rai1. Che sia un “buona la seconda?” Staremo a vedere. Intanto il primo appuntamento si conclude con qualche piccolo rimorso e la consapevolezza di aver potuto asciugare scrittura ed interventi. Niente paura però, Cattelan è un conduttore di talento e questo la televisione italiana lo ha capito. E’ lui la “giovane promessa” che la conduzione televisiva stava aspettando.
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