La Truffa Dei Logan: il ritorno dello spirito di Danny Ocean
In questo nuovo heist movie, Steven Soderbergh ritorna ad uno dei suoi più grandi successi: la trilogia degli Ocean. Ma La Truffa Dei Logan è un film riuscito o no?
Prima dichiara di voler smettere. Poi ci regala due stagioni di The Knick. Poi ci riprende gusto, e regala un nuovo heist movie. Di chi stiamo parlando? Naturalmente del maestro Steven Soderbergh e del suo nuovo film, La Truffa Dei Logan.
Il regista premio Oscar (con Traffic) torna al grande schermo dopo quattro anni. E La Truffa Dei Logan risulta un film fresco, una versione più “paesana” di quella trilogia degli Ocean da cui, indubbiamente, il regista di origini svedesi ha preso spunto.
Qui, infatti, Soderbergh si sbarazza dei rapinatori alla Danny Ocean per optare sulla scelta dei criminali da strapazzo. Che tanto da strapazzo poi non sono, ma in realtà sono dotati di una loro stralunata e surreale genialità organizzativa.
Ma entriamo meglio nel merito.
Siam tre piccoli porcellini…
La storia de La Truffa Dei Logan si articola (manco a dirlo) sui due fratelli Logan, Jimmy e Clyde (interpretati da un Channing Tatum in grande spolvero e da un Adam Driver semplicemente straordinario), che buttano giù un piano per un furto durante la Charlotte Motor Speedway, una gara automobilistica.
La vita dei due fratelli è malmessa: Jimmy ha perso il lavoro per colpa di un’infortunio (da ex giocatore di football), mentre Clyde ha perso un braccio in guerra in Iraq. Dunque, perché non tentare il tutto per tutto?
Ad assemblare la banda, ci penserà poi Joe Bang, interpretato da un quasi irriconoscibile Daniel Craig che cambia completamente il suo registro, rispetto agli 007. E così, ecco i tre punti cardine della “squadra dei perdenti” mettono in pratica il proprio piano. Ma lasciamo a voi il compito di vedere se riuscirà oppure no.
L’heist movie che non è un heist movie
Proprio così. Tutti quanti, infatti, si aspettavano un heist movie più consono agli ambienti “raffinati” e borghesi, stile saga degli Ocean’s. E invece no. La Truffa Dei Logan è l’esatto opposto.
I rapinatori si mostrano inetti e molto “paesani”, ma sono dotati di una loro stralunata e surreale genialità. Soderbergh, con questo film, mostra nuovamente la sua proverbiale capacità di rendere appetibile anche una pellicola impegnativa come questa.
Il film ha una natura sociale, infatti, molto dura e pungente. Ambientato in piena epoca-Trump, in un Sud disoccupato e dai sogni infranti, mostra la piena disperazione dell’America meridionale di oggi. Come sopravvivere alle insidie di oggi, se non tentando il tutto per tutto con un colpo da miliardi di dollari? La pellicola si dimostra una vera e propria “epopea dei losers”, con risvolti tragici raccontati con la classica ironia a cui il regista ci ha sempre abituato. Dietro l’heist movie, dunque, si nasconde molto di più.
Menzioni particolari per le interpretazioni di Adam Driver e Daniel Craig. Il primo, tramite un’interpretazione semplicemente deliziosa, riesce a regalare una grandiosa caratterizzazione al suo personaggio e a mettere in ombra il pur bravo Channing Tatum, confermando le sue grandissime doti recitative. Il secondo riesce a togliersi dai panni del retto e corretto James Bond, regalando al pubblico un personaggio esilarante e bizzarro. Il tutto, però, è coniugato da frasi ad effetto degne del conosciuto 007.
Il buio dei colpi di scena
Come avrete ben capito già dal titolo, non siamo in presenza di un capolavoro. E la colpa, probabilmente, è quella di non saper sfruttare per bene le svolte della trama. La Truffa Dei Logan sembra avere ben chiaro cosa fare, sembra sapere bene quando sferrare il colpo comico e quando il colpo di scena. Ma, di fatto, non ci riesce.
Ogni svolta narrata nel film accoglie l’effetto opposto, cioè quello di renderlo meno interessante. C’è poca decisione nello scandagliare la trama, così il film resta, paradossalmente, piatto. Il film si gonfia e si sgonfia proprio sul più bello, non rendendo giustizia alla straordinaria regia di un Soderbergh più ispirato che mai.
Regia che, per l’appunto, è piena di scarti, di rotture, di azzardi che vanno sempre a segno. Soderbergh regala dei controcampi semplicemente meravigliosi, utilissimi soprattutto nelle discussioni. Il tutto restando con immagini fisse, come a prendere effettivamente il punto di vista dei personaggi.
Altra menzione “negativa” va per Seth MacFarlane. Il creatore de I Griffin, nei panni del cattivo, non regala una prestazione all’altezza. MacFarlane appare estraneo al film, recita con un altro tono, come fosse in un’opera comica e non in una commedia. Scelta non troppo azzeccata, dunque.
Risultato: non è un capolavoro, ma complimenti Soderbergh
Alla fine dei conti, ciò che rimane de La Truffa Dei Logan è il senso comune di trovarsi davanti ad un ottimo film. Ma anche che gli manchi quel pizzico, quella dose di attenzione per farlo diventare un capolavoro.
Qualche forzatura nelle parti più incisive del film si avverte. Ciò, però, non influenza più di tanto il giudizio, che rimane comunque positivo di fronte all’ennesima pellicola thriller/drammatica.
Il maestro Soderbergh si muove abilmente in quello che è il suo campo, e ad esso coniuga anche una storia dai risvolti sociali e pungenti, che rende il film più particolare rispetto alle sue solite opere. Complimenti ancora una volta, Steven. Finalmente, sei tornato!
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