6 Aprile 2015 - 17:59

Management del dolore post-operatorio, l’anarchia de Il mio giovane e libero amore

Come avevano promesso qualche giorno fa sulla loro pagina Facebook, i Management del dolore post-operatorio hanno regalato ai propri fan la possibilità di ascoltare in anteprima il primo brano estratto dal nuovo album: Il mio giovane e libero amore

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Ciao ragazzi, allora come promesso dopo Pasqua vi avremmo fatto un piccolo regalino, e dunque Lunedì 6 aprile a Pasquetta, mentre starete in compagnia a sorseggiare il vostro vino caldo del discount o strafogandovi come non ci fosse un domani con le costolette di maiale alla brace (cous cous e verdure arrosto per i vegani) – Prendete il vostro smartphone, attaccatelo alle casse e andate su Rockit, dove sarà possibile ascoltare per 24ore in anteprima streaming il brano “IL MIO GIOVANE E LIBERO AMORE”. Per i più ubriachi niente paura, lo troverete il giorno dopo su iTunes, come instant gratification per coloro che comprano l’album in pre-order.

IL MIO GIOVANE E LIBERO AMORECosì la band aveva annunciato l’uscita del primo brano estratto dal nuovo progetto discografico: I Love Youin uscita il 28 aprile per La Tempesta Dischi e dal 27 aprile in tour con anteprima nazionale a La Feltrinelli di Milano. È possibile ascoltarlo cliccando su Rock.it

Il mio giovane e libero amore, liberamente tratto dallo scritto anarchico del 1921 pubblicato sulla rivista Vertice da Renzo Novatore con lo pseudonimo di Sibilla Vane, dal Titolo Il sogno della mia adolescenza. Scritto in prima persona da una ragazza che rinnega i ruoli di donna, sposa e madre che le vengono imposti con forza dalle imputridite e millenarie convenzioni sociali. Un incitamento all’anarchia sentimentale e morale.

Queste le parole con cui i Management del dolore post-operatorio hanno commentato la genesi del testo. E in effetti il componimento si apre con la frase “I moralisti si tappino le orecchie e non si scandalizzino le signorine per bene”.

La rivolta della protagonista comincia dalla famiglia e dalla natura, lei che non ha bisogno di pseudo-prigioni che ne limitino la libertà o di un marito geloso e volgare che faccia degenerare il rapporto in noia e violenza.

Non è una lotta in nome di nobili ideali, nulla che riguardi il suo genere o la patria, ma una rivoluzione in difesa dell’amore, quello verso se stessa. Un amore che ama i corpi e non i sentimenti. Un amore che siede dalla parte di poeti, ladri e vagabondi. Un amore mortale, salito dall’inferno per essere cantato sotto il sole.

E chiamatela pure pazza, troia e perversa, “sono vecchi nomi che non (la) commuovono più”.

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