20 Maggio 2020 - 00:44

Le Iene, termometri a infrarossi: ci possiamo davvero fidare?

Con la fase 2 si sono diffusi i termometri a infrarossi che consentono una misurazione veloce, evitando contatti. Le Iene ne verificano l’attendibilità

Il 4 maggio ha avuto inizio la tanto discussa Fase 2.

Non si tratta, però, di un “libera tutti“: nel decreto del 26 aprile, in particolare, si legge che la condizione necessaria per uscire di casa è avere una temperatura corporea non superiore ai 37,5 gradi. Se questa viene superata, è importante che il soggetto rimanga nel proprio domicilio e limiti i contatti sociali.  Lo strumento deputato a rilevare la temperatura in perfetta sicurezza, evitando ogni contatto, è il termometro a infrarossi.

La tendenza a sottostimare

Il professore di Scienze Forensi, Maurizio Cusimano, sottolinea la mancanza di una uniformità rispetto agli strumenti da utilizzare. Inoltre, uno studio americano, pubblicato su una nota rivista scientifica, illustra che i termometri infrarossi tenderebbero a sottostimare con una accuratezza del 29,4% rispetto al termometro tradizionale e che la distanza tra il termometro e la pelle condizionerebbe il risultato finale.

Ma non solo: lo studio precisa che, nel corso di una pandemia, un falso negativo è un potenziale futuro untore. Il biologo Michele Ettore consiglia, per non correre rischi, di effettuare sempre la doppia misurazione.

Test di misurazione de Le Iene

Per capirci di più, L’inviato de Le Iene effettua un test su se stesso. Misura, quindi, la propria temperatura con ben quattro termometri: un tradizionale, un auricolare, e due differenti termometri frontali a infrarossi. La temperatura oscilla proprio nella misurazione con questi ultimi: 37,5 con il primo e 36,3 con il secondo.

Cusimano avverte:Rispetto al termometro analogico, il termometro a infrarossi risente di una serie di variabili“. A questo proposito, le Iene effettuano un esperimento su un ragazzo la cui temperatura, dopo una corsa sostenuta, è di 36.5 con termometro a infrarossi. Cusimano spiega questo risultato: “Quando il mio corpo si adatta alla corsa, io comincio a sudare e il sudore raffredda la superficie. Quindi potrei trovarla più alta o più bassa in base agli stati corporei”

Infine, viene effettuato un test di misurazione all’ombra e al sole: lo stesso soggetto ha, prima, una temperatura di 37,7 con termometro frontale mentre, durante l’esposizione ai raggi solari, la sua temperatura raggiunge addirittura 39,4.