25 Febbraio 2015 - 18:20

Leggende universitarie e riti scaramantici: guida per gli studenti

Andare alla laurea di un amico, strappare una foglia di alloro dalla sua corona e mangiare i confetti rossi sono d’obbligo. Sembra, però, che tutto questo non basti. Superstizioni e leggende universitarie popolano i corridoi degli atenei, ad ognuno il suo

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Altro che esami da superare, professori da rincorrere e lunghe attese in segreteria!  Voci di corridoio tramandano superstizioni universitarie che obbligano gli studenti a superare ostacoli sovrannaturali. Ogni ateneo, infatti, sembra essere investito da riti scaramantici da rispettare rigorosamente.  A mettere in croce gli studenti quindi sembrano essere proprio le superstizioni che colpiscono le sedi universitarie, nessuna esclusa, mettendo in crisi gli universitari che devono fare i conti anche con questi riti prima di giungere all’agognata proclamazione.
Gli studenti della Sapienza di Roma, ad esempio, sanno che non bisogna assolutamente guardare dritto negli occhi la statua della Dea Minerva che si erge nel cortile interno della cittadella universitaria: il rischio? Non laurearsi.
Stessa città, altra superstizione, ma ateneo diverso. A Lettere e filosofia di Tor Vergata non bisogna attraversare la stella che decora la pavimentazione del cortile interno del campus. Girarci intorno sembra l’unica soluzione percorribile.leggende

Passando all’Abruzzo, agli studenti dell’università di Pescara e Chieti è assolutamente vietato visitare la casa natale di Gabriele d’Annunzio, pena la rinuncia alla laurea!

Gli universitari pisani, invece, non devono salire sulla Torre prima del conseguimento della laurea, e se hanno intenzione di laurearsi nei tempi giusti devono evitare di girarle intorno, pena ritrovarsi fuori corso dipendentemente da quanti giri si sono ritrovati a fare intorno all’edificio! Agli studenti della Normale la superstizione prevede il divieto di oltrepassare l’arco della biblioteca se si vuole conseguire la sudata pergamena!

A Milano ogni Università ha una superstizione diversa. Ad esempio, è caldamente sconsigliato ai bocconiani di passare tra i due leoni che si ergono accanto alla porta centrale della sede, pertanto possono utilizzare solo le porte laterali dell’atrio. Invece alla Statale, ci sono due versioni della stessa superstizione che riguarda l’ingresso dal cortile del Filarete: una vieta di passare dalla porta di mezzo, l’altra tra le due porte laterali. Infine, in Cattolica la scalinata che finisce con due colonne laterali è un portasfortuna, si consiglia infatti di evitarle il giorno prima di un esame.

A Ferrara attraversare un chiostro passando per il cortile e non passando sotto le colonne vuol dire che non si conseguirà mai la laurea. C’è da dire che, purtroppo, le segreterie delle varie facoltà affacciano tutte su di un chiostro e quindi gli studenti non sanno a che santo votarsi per evitare l’oscuro presagio.catenella_bo

Spostandosi verso Sud, precisamente nella città di Napoli, gli studenti di Storia dell’Arte della Federico II non possono visitare Il Cristo velato, la scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino conservata nel Museo Cappella Sansevero.

A Perugia la leggenda universitaria vuole che i suoi studenti si tengano fuori dalla portata di “Sandri” (la più antica e famosa pasticceria della città) se desiderano laurearsi.

A Bologna la leggenda che si tramanda riguarda la Torre degli Asinelli, è difatti sconsigliato visitarla prima di essersi laureato, Ma se ciò non bastasse si deve anche evitare di attraversare Piazza Maggiore in diagonale. Gli studenti della facoltà di Ingegneria, poi, hanno l’ulteriore divieto di leggere per intero la frase che si trova sul muro dell’entrata.

La scaramanzia dell’università di Brescia vieta ai suoi studenti di oltrepassare l’arco in Corso Zanardelli, adiacente alle scalinate del teatro Grande, Firenze vieta ai suoi studenti di visitare il campanile di Giotto, mentre a Parma non si può visitare il Battistero di San Giovanni.

Padova sembra essere assediata dalle superstizioni studentesche, una di esse vieta la visita alla cappella degli Scrovegni. La più accreditata, invece, sconsiglia  fortemente la frequentazione dello storico locale del centro Pedrocchi: si dice che nel 1848 uno studente fu ferito da un proiettile proprio nella sala bianca che conserva ancora il foro del proiettile austro-ungarico. I più studiosi invece devono stare attenti perché un detto dice: “Chi guarda il Brenta non prende trenta“, e per scacciare la sfortuna non bisogna saltare la catena del Bo.

Ma riguardo le superstizioni Padova proprio non scherza, un’altra leggenda interpella l’orologio astronomico in piazza dei Signori (ricostruzione postuma di quello del Dondi nel 1344), che conserva i segni zodiacali originali tranne il segno della bilancia, simbolo di giustizia: si narra, infatti, che il committente, per una questione di pagamenti, non retribuì il costruttore che per ripicca cancellò il segno della bilancia. I segni però si rifanno al sistema zodiacale pre-romano, dove lo scorpione e la bilancia erano uniti in un unico simbolo, quindi è molto probabile che si tratti di un fatto inventato. Ad ogni modo la superstizione vuole che gli studenti, per riuscire a laurearsi, osservino bene l’orologio per scrutarne la bilancia nascosta.torre asinelli

Ma anche spostandoci all’estero ritroviamo strambe usanze per scacciare la sfortuna e procurarsi l’ambito titolo. Difatti, il supremo portafortuna degli studenti nipponici sembra essere il polipo ed è usanza metterne una statuetta sul comodino il giorno prima dell’esame.

Insomma ateneo che vai, superstizione che trovi! State attenti a non incappare in una di queste temute leggende studentesche se non volete ritrovarvi la sfortuna tra i piedi.

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