12 Giugno 2022 - 11:52

“Libri di classe”, intervista all’autore Tony Brewer

L'intervista a cura della Redazione di Zon.it al professore Tony Brewer, autore di "Libri di Classe", edizioni Iod.

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L’intervista a cura della Redazione di Zon.it al professore Tony Brewer, autore di “Libri di Classe”, edizioni Iod.

“Libri di classe” parla di libri in modo creativo. Come si fa ad affrontare un argomento che è stato così ampiamente trattato in modo originale?

“Non è un libro sulla scuola, non è un libro per la scuola ma è un libro che è stato scritto nella scuola. Racconto episodi degli anni ’90, di dieci anni fa o addirittura di quest’anno. “Libri di classe” parla di libri al plurale, perché i libri sono tanti e le loro radici sono profondamente diverse. In paragrafi molto brevi e paradossalmente (per un professore di filosofia ndr) con poca filosofia ho deciso di parlare di episodi che mi sono rimasti dentro.”

A chi si rivolge questo libro?

“Questo è un libro per i ragazzi, io credo che leggere sia importante ma credo anche che sia banale caricare la lettura di significati pedagogici. Io credo nel lanciare dei messaggi, nel consigliare libri o talvolta film e brani musicali ai miei alunni ma sono loro a dover poi scegliere cos’è positivo e cos’è negativo per loro.

Le generazioni cambiano e diventa sempre più difficile per me comunicare con i ragazzi, io invecchio ma loro restano sempre della stessa età. Cambia il modo di stare a scuola, cambia il modo di vivere, le tecnologie, le mode, le musiche, ma quello che non cambia è il fatto che in ogni caso, al di là della bravura dell’insegnante, possano crearsi discussioni stimolanti su alcuni libri che resteranno con gli alunni per la loro vita.”

Perché i libri sono importanti oggi? Perché sono importanti per degli alunni liceali e in generale per le nuove generazioni?

La lettura fortifica memoria e con la memoria fortifica il senso di comunità, insegna a sospettare, in senso positivo. La lettura affina la capacità di immaginare. L’immaginazione è ciò che ti porta a progettare mondi futuri. Non è una risposta pedagogica ma politica, la buona lettura e la buona arte ci portano ad essere soggetti della storia ma non oggetti della stessa. L’immaginazione produce utopia, una parola che oggi è scomparsa, non c’è più il coraggio di parlare di cose che possono spaventarci. La lettura che produce immaginazione produce la stessa differenza che c’è tra il politico e il bravo amministratore, il politico costruisce mondi futuri mentre l’amministratore gestisce l’esistente.

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