Lilli e il vagabondo: banchettando tra i dualismi
‘Lilli e il vagabondo’ (titolo originale ‘Lady and the Tramp’) è un film d’animazione prodotto dalla Disney nel 1955. Rappresenta il quindicesimo Classico Disney all’attivo e nonostante il successo ottenuto è uno degli ultimi prima di una grande crisi
In una realistica cittadina degli anni venti, negli USA, arriva la piccola Lilli, cucciolo di Cocker di una coppia benestante.
Torniamo dunque a interfacciarci con un aspetto dell’animazione che potremmo definire natìo. L’animazione torna infatti, con Lilli e il vagabondo, a focussare la nostra attenzione sugli animali.
Dalla casa alla strada, passando per il canile
Il trittico alla regia (composto da Luske, Geronimi e W. Jackson) impiega poco meno di 5’ per farci affezionare definitivamente a Lilli. Elemento fondamentale che rivedremo tante volte in futuro. L’animazione che innesca un’empatia dalla fulminea velocità attraverso gli sguardi dei suoi protagonisti, senza necessitare di eccessive parole. Tanto per citare un film quanto più recente possibile, in Up! è riscontrabile una tecnica pressoché simile e altrettanto apprezzata.
Il collare è una carta d’identità, il canile è una prigione, mentre il luogo comune diventa “l’uomo è il miglior amico del cane”.
Ma alla fine, la tenera Lilli, cosa vuole dirci? Da sola, probabilmente nulla. Bensì i rapporti coi suoi padroni, affiancati a quelli avventurosi con Biagio il vagabondo, detteranno il significato di questa acclamata pellicola.
Lilli infatti subirà un complesso di inferiorità e di messa da parte quando i suoi padroni si ritroveranno in dolce attesa. Non più il cucciolo di un cane, ma un cucciolo della loro stessa razza. Sarà lì, dunque, dopo una serie di rocambolesche e divertenti scene, Lilli osserverà il mondo da un altro punto di vista.
Sarà dunque fondamentale quello di Biagio, compagno d’avventure prima e compagno sentimentale poi, grazie al quale Lilli osserverà le cose in maniera differente, più completa, questo grazie semplicemente alle esperienze.
Un mondo universale col cartone animato
Una lezione semplice quanto fondamentale, che riabbraccia ancora una volta la vita dello stesso Walt Disney, fino a dettare icone nuove e fresche all’interno del mondo del cinema e dell’animazione.
Immensamente cult infatti, la famosa cena tra spaghetti, musiche italiane e baci inaspettati con Lilli e il vagabondo come protagonisti.
La Disney ancora una volta rende metafora la vita rendendola più chiara di quanto non lo sia. Un esperimento funzionante già in Alice in Wonderland così come in Peter Pan. Allo stesso tempo però torna a caratterizzare i suoi cari animali. Lo aveva fatto brillantemente con gli acclamati Dumbo e Bambi. Finisce tornando con Lilli e il vagabondo chiudendo un cerchio che introduce l’animazione nel mondo del cinema.
Ma il problema è dietro l’angolo: prima di tutto dal punto di vista economico, dopodiché per l’aspetto narrativo. Cosa si aspetta il pubblico dall’animazione? Semplici fiabe o azione? Una vera morale o mero intrattenimento? La Disney legge la ricetta e prova a buttarla concretamente nel calderone, ma per vedere il vero risultato bisognerà aspettare ancora un po’.
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