7 Maggio 2018 - 10:30

Londra città violenta: sessanta omicidi da inizio anno

Londra

Londra continua ad essere una delle città più violente: ieri l’ennesimo omicidio per strada, se ne contano sessanta dall’inizio dell’anno. Il Sindaco: “Stiamo facendo il possibile per contrastare questa piaga”

Ancora violenza per le strade di Londra: ieri un ragazzo di 17 anni è stato ucciso con un colpo di pistola nel quartiere di Southwark, nella zona centrale della città.

Contemporaneamente, nella zona nord-ovest della capitale del Regno Unito, le armi sono tornate a colpire: due ragazzini di 15 e 12 anni sono stati feriti a Harrow, in circostanze non ancora chiarire.

Questa ondata di violenza che continua a colpire Londra, sta destando preoccupazione tra i residenti e le forze dell’ordine.  Dall’inizio dell’anno  la polizia della “City” ha indagato su 60 delitti, cifra che ha fatto guadagnare alla città il primato di omicidi, superando perfino New York.

Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha commentato:

“Il crimine violento sta aumentando nel Regno Unito, stiamo facendo tutto il possibile per contrastare questa piaga inaccettabile. La Met Police ha istituito una nuova taskforce per crimini violenti e sta usando risorse addizionali del municipio per colpire i criminali violenti e togliere le armi dalle nostre strade”.

Ha poi rivolto tramite il suo profilo Twitter, un messaggio di cordoglio ai familiari del diciassettenne.

Un duro commento sulla situazione di Londra è arrivato ieri dal Presidente statunitense Donal Trump, che dovrebbe recarsi nella capitale inglese il prossimo 13 luglio.

Trump ha dichiarato: “Londra è diventata una zona di guerra, c’è un’epidemia di accoltellamenti”. La soluzione per il presidente americano sarebbe il legittimo uso delle armi in modo che i cittadini possano difendersi. 

Immediate le reazioni inglesi. Il deputato del partito laburista Charlie Falconier ha risposto su Twitter ai commenti del presidente Trump: Il tasso di omicidio degli Stati Uniti è oltre 5 volte più di quello del Regno Unito. Non c’è una persona in tutto il mondo (con la possibile eccezione del Presidente degli Stati Uniti) che crede che il modo per ridurre il nostro tasso di omicidio sia quello di rendere più facile ottenere le armi”.

 

 

 

 

 

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