7 Maggio 2018 - 10:35

Governo, quale scenario per le consultazioni di oggi

mattarella Magistratura Decreto Sicurezza

Oggi lunedì 7 maggio Mattarella farà un ulteriore giro di consultazioni per la formazione del governo. L’obiettivo è quello di evitare il ritorno alle urne

Il Presidente Sergio Mattarella incontrerà oggi nuovamente le delegazioni dei principali gruppi parlamentari per verificare la possibilità di formare un governo. Saranno consultazioni rapidissime, che dureranno solo una giornata.

Arrivati a questo punto, l’unica prospettiva realistica è che Lega e M5S si dichiarino disponibili a formare un governo, eventualmente anche con altri pezzi del centrodestra. Fin dal giorno dopo il voto, infatti, era chiaro che l’unica maggioranza solida possibile era quella tra il Caroccio e il Movimento. La volontà dei rispettivi leader di non fare troppe concessioni alla controparte ha fatto naufragare il dialogo, e in seguito anche gli esperimenti tra PD e Cinque Stelle sono andati a vuoto. Proprio per questo, e anche per timore di un voto che gli farebbe probabilmente perdere consenso, Di Maio ha aperto ieri (di nuovo) chiaramente alla possibilità di un governo con la Lega, dopo che in precedenza aveva negato questa possibilità.

Tutti i principali partiti saranno ricevuti in mattinata, iniziando con il Movimento Cinque Stelle e finendo con il Partito Democratico, mentre nel pomeriggio sarà il turno dei partiti più piccoli, del gruppo misto e dei presidenti di Camera e Senato.

Mattarella dovrebbe comunicare le sue prossime mosse già stasera. Non è escluso, tra l’altro, che egli dia vita a un “governo del presidente”. È noto infatti che il Presidente vuole evitare un ritorno alle urne per non aggravare l’instabilità politica attuale. È difficile, infatti, che nuove elezioni restituiscano un parlamento più omogeneo di questo, dato il sistema di fatto tripolare ormai sorto in Italia. Per questo, è possibile che Mattarella formi un governo di tecnici a cui affidare il compito di riformare la legge elettorale (ma non è chiaro in quale direzione) e poi portare il paese a nuove elezioni.

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