Long Covid: disturbi legati all’olfatto dopo un anno
Tra gli effetti del Long Covid potrebbero esserci problemi legati all'olfatto. Lo ha dimostrato un lavoro di ricerca coordinato dalla professoressa Arianna Di Stadio
Long Covid, quasi una persona su 4 continua a soffrire di disturbi olfattivi dopo anche più di un anno dal contagio; questo è quanto emerso dallo studio multicentrico italiano, pubblicato sulla rivista Brain Sciences. I risultati sono stati ottenuti da uno studio prospettico, il primo al mondo, condotto su 152 pazienti; una percentuale tra il 20% e il 25% di questi pazienti lamenta disturbi dell’olfatto.
ll lavoro di ricerca, coordinato da Arianna Di Stadio, professore associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Catania, ha dimostrato come su 152 pazienti, 50 pazienti (il 32,8% del totale) presentassero sintomi quali anosmia, ovvero assenza di olfatto; il 25 (16,4%) iposmia, cioè riduzione dell’olfatto. Il 10 (6,6%) parosmia, ovvero disfunzione dell’olfatto, e 58 pazienti (38,2%) invece una combinazione di iposmia e parosmia.
“La confusione mentale potrebbe influenzare l’olfatto, alterando il ricordo degli odori o attraverso un meccanismo condiviso di neuroinfiammazione“, ha spiegato il Dottor Angelo Camaioni. Gli studiosi hanno poi aggiunto che i pazienti con cefalea, confusione mentale, mostravano un rischio maggiore di soffrire di anosmia e/o iposmia rispetto a coloro che non hanno riportato alcun sintomo. La cefalea ed il coinvolgimento cognitivo sono correlati “con deficit olfattivi più severi, coerentemente con meccanismi neuroinfiammatori”, hanno cocluso gli studiosi.
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