8 Dicembre 2016 - 13:42

L’ultima foto di John Lennon

john lennon

36 anni fa moriva John Lennon. Il racconto degli ultimi istanti del leggendario artista, il punto di vista del suo assassino e l’ultima foto della sua vita

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La sera dell’8 Dicembre di 36 anni fa John Lennon venne assassinato mentre raggiungeva la sua abitazione. Quella che segue è la cronaca dell’accaduto ed il tentativo di comprendere le motivazioni che spinsero un giovane americano a macchiarsi di tale delitto.

Lo scioglimento dei Beatles

I Beatles rappresentavano tutto lo spirito della cultura popolare degli anni ’60, incarnavano il sogno di una generazione, il sogno di rompere tutte le convenzioni e di diventare finalmente indipendenti da una società opprimente. E infatti fu l’alba di un nuovo decennio a portare lo scioglimento dei Beatles, il sogno degli anni ’60 era finito, era arrivata la parte più difficile della post rivoluzione culturale di quegli anni: ricostruire. John Lennon ne era consapevole e si fece carico di tutta la delusione di chi aveva visto il sogno di quegli anni svanire, era il perfetto antieroe pop, era la persona da odiare quando non eri pronto ad assumerti le tue responsabilità.

John Lennon/Plastic Ono Band”, pubblicato pochi mesi lo scioglimento dei Beatles, segna il definitivo distacco di Lennon da tutto ciò che rimaneva della sua ex-band e dai suoi fan. Mentre la maggior parte dei brani del disco ruotano intorno alla terribile esperienza della morte della madre del cantante, tra assoluti capolavori come “Working Class Hero” e “I Found Out” trova spazio “God”, una canzone che elenca tutte le divinità e gli idoli in cui Lennon non crede più, ed in questo elenco spicca una frase “I don’t believe in Beatles”.  La vita, non solo artistica, di John Lennon continuerà a scorrere senza freni con la pubblicazione di altri cinque dischi, fino a “Double Fantasy” del 1980.

Mark Chapman

Nel Dicembre del 1980 Mark Chapman aveva 25 anni, la maggior parte dei quali passati tra la passione sfrenata per i Beatles e John Lennon.

Chapman era indiscutibilmente malato, ma rappresentava (pur se nella visione più estrema delle cose) tutti coloro i quali erano stati enormemente delusi dalla fine dei Beatles e dalla fine di un’epoca, non poteva credere di vedere il suo idolo ripudiare con tanta sfacciataggine tutti gli ideali secondo i quali aveva vissuto la sua vita. Perché John Lennon era secondo Chapmanun parassita che viveva la dolce vita in un elegante appartamento di New York“, era un miliardario che predicava pace, amore e fratellanza e che scriveva canzoni di protesta dall’alto del suo trono fatto di dollari.

Mark Chapman era profondamente arrabbiato e deluso, poteva passare sull’ipocrisia del suo ex-idolo, ma non poteva tollerare il modo in cui Lennon parlava dei Beatles, il modo in cui li ripudiava con disprezzo ed il modo in cui dichiarava l’inesistenza di Dio.

Ascoltavo quella musica e diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio… e che non credeva nei Beatles. Questa era un’altra cosa che mi mandava in bestia. […] Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia”.

L’omicidio

Per Mark Chapman John Lennon era morto dopo lo scioglimento dei Beatles e così doveva essere per il mondo intero. L’8 Dicembre si recò al ” The Dakota” dove Lennon risiedeva e attese l’arrivo del cantante. Nel vedere il suo idolo d’infanzia ebbe la reazione più umana possibile, gli strinse la mano e si fece autografa
re il suo ultimo disco
. Alla domanda di Lennon: È questo tutto quello che desideri? Chapman rispose annuendo senza riuscire ad emettere suoni, questo momento venne immortalato in una delle foto più famose della storia, la foto di un assassino e della sua futura ed ignara vittima.

Dopo quattro ore di attesa, Mark Chapman vide John fare ritorno e lo chiamò a gran voce: Hey, Mr. Lennon ed esplose i quattro colpi di pistola che lo uccisero.

John Lennon aveva terribilmente influenzato la musica e la cultura di massa in vita, e continua a farlo nonostante una morte prematura gli abbia impedito di far continuare un sogno che, a discapito delle sue stesse parole, non finirà mai.

“And so, dear friends,
You’ll just have to carry on
The dream is over”

John Lennon – God

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