8 Dicembre 2016 - 13:39

Tante strette per il gioco lecito, ma quello illecito?

gioco

Quando si parla di gioco lecito, inevitabilmente, si va al concetto che il gioco è riserva di Stato e che lo stesso agisce in regime di monopolio

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Di conseguenza, però, il cammino del gioco e quello dei casino online non dovrebbe essere ostacolato con restrizioni contrarie a principi di proporzionalità e di ragionevolezza, dovendo lo Stato sempre confrontarsi con un bilanciamento ed un equilibrio degli interessi in gioco e con i principi e le regole stabiliti in sede europea. Ma posto questa premessa che “è ricca di condizionali” che, quindi spesse volte non si concretizzano con la nuda e cruda realtà, bisogna anche rendersi conto dell’ambiente in cui il gioco è costretto a vivere: la concorrenza con la parte illegale del gioco che è viva, presente, battagliera e con la quale la guerra c’è, ma deve continuare in modo estenuante se si vorrà arrivare a qualcosa di concreto.

Ben vengano, quindi, gli interventi che usciranno dalla Conferenza Unificata relativi all’offerta del prodotto gioco insieme ad una riforma complessiva del settore mirata anche ad impiegare una tecnologia avanzata, interventi che costituiranno senz’altro uno strumento per garantire ulteriori e diverse entrate tributarie. Ma questi provvedimenti sarebbero poi insufficienti se non coadiuvati da meccanismi di controllo dei fenomeni di evasione e, per questo, basta pensare a quello inserito nell’ultima Legge di Stabilità in tema di accertamento di organizzazioni che in modo stabile operano in Italia per conto di bookmaker esteri, agendo senza alcuna autorizzazione.

Interventi mirati, quindi, nei confronti del gioco illecito andranno studiati, ben delineati e messi in pratica a tutela di tutto il gioco lecito, e quindi di tutti i suoi segmenti.
Poi, si deve anche guardare alla riforma sulla raccolta che comporta il passaggio alla tassazione sul margine in sostituzione di quella in essere, che consentirebbe teoricamente di generare condizioni fiscali più vantaggiose per gli operatori ed anche per i giocatori: i concessionari potrebbero investire quanto recuperato per effetto del minor carico fiscale, aumentando il valore del payout con l’obiettivo di incrementare la raccolta.gioco

In più, la tassazione sul margine avrebbe un grande obbiettivo finale per i concessionari, quello di rendere gli operatori nazionali più competitivi rispetto a quelli esteri e, sopratutto, anche rispetto a quelli illeciti. E questo sarebbe un grande vantaggio sia per le imprese di gioco che per l’Erario.

Altro tema “scottante” è la cosiddetta “tassa di scopo” applicata anche al mondo dei casino online con bonus, che ogni tanto riaffiora, purtroppo anche in occasioni di catastrofe atmosferica, come l’ultimo terremoto che ha colpito le popolazioni del centro-Italia, oppure che si rappresenta con le recenti Olimpiadi di Rio, dove la squadra inglese ha ottenuto grandi risultati anche grazie al fondo denominato “Uk Sport” che è stato finanziato in grande parte dagli incassi della Lotteria Nazionale.

Ma nel nostro Paese sarebbe poi raggiungibile questa “tassa di scopo”? Saremmo pronti a questa innovazione? Alcuni pensano di sì, pur ricordando però che nel nostro Paese questi tipi di entrate finanziarie, specie se adottate nei frangenti di “una legislazione emergenziale”, assumono il ruolo di componente strutturale della raccolta tributaria.

L’importante, in ogni caso, è che dietro iniziative come il prelievo fiscale e l’istituzione di nuovi giochi, seppur mossi da finalità sociali pregevoli, non si celino poi sistematicità in grado “di aumentare stabilmente la pressione fiscale”. Anche perché il gioco illecito dalle “finalità sociali”… non si fa certo scalfire!

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