4 Giugno 2015 - 19:37

Mafia Capitale, atto secondo: altri 44 arresti

Mafia Capitale

Una nuova tempesta giudiziaria investe il mondo di Mafia Capitale. Nel mirino consiglieri regionali e comunali. Renzi: “Chi viola le regole, deve pagare”

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Nuova serie di arresti nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta Mafia Capitale: una ventina di persone in carcere e venticinque ai domiciliari tra consiglieri comunali e regionali. Ci sono anche 21 indagati. Il secondo troncone della maxi inchiesta ruota attorno alle figure di Carminati, Salvatore Buzzi, suo braccio imprenditoriale e Luca Odevaine, quest’ultimo ex componente del tavolo tecnico sull’immigrazione del ministero dell’Interno. I nuovi protagonisti di questa vicenda giudiziaria, che rilevato la collusione della classe politica con l’organizzazione di stampo mafioso della capitale, sono esponenti sia di destra che di sinistra.

A finire in manette un gruppo di politici a libro paga dell’associazione mafiosa guidata da Carminati che si occupava di usura, appalti pubblici soprattutto nei settori della raccolta dei rifiuti e nella gestione del flusso degli immigrati. Tra gli arrestati c’è Luca Gramazio ex capogruppo di Forza Italia e al consiglio regionale di Forza Italia. Pare che sia responsabile di aver messo le sue cariche istituzionali al servizio del sistema criminale. In cambio avrebbe ricevuto 98 mila euro in contanti in tre tranche, 15mila di bonifico per il finanziamento al suo comitato, l’assunzione di 10 persone, cui veniva garantito uno stipendio.  

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Mafia Capitale: i nuovi arresti

In manette anche Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa con la Giunta di Ignazio Marino, Mirko Coratti (Pd), ex presidente dell’Assemblea capitolina, Franco Figurelli, ex capo segreteria dell’Assemblea capitolina, Michele Nacamulli, esponente locale del Pd, Pierpaolo Pedetti, presidente della commissione Patrimonio del Comune di Roma. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo e secondo le singole posizioni, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, usura e riciclaggio. Il tutto con l’aggravante di aver favorito un’organizzazione mafiosa.

In questo capitolo dell’indagine Mafia Capitale risultano i rapporti stretti tra Odevaine, forte del suo ruolo istituzionale nel settore dell’immigrazione, e il gruppo imprenditoriale La Cascina. Stando agli atti risulta che Odevaine percepisce una remunerazione dalla società, occupandosi delle gare per la gestione dei servizi “presso il centro di accoglienza per i richiedenti asilo di Mineo” e per il “centro di accoglienza di San Giuliano di Puglia”.

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, interpellato sulla vicenda dichiara: “Sono estremamente orgoglioso e felice del lavoro del procuratore Pignatone che, dal suo punto di vista e per la sua area di lavoro, sta svolgendo lo stesso tipo di compito che noi stiamo facendo dal punto di vista amministrativo – e ha aggiunto- continuiamo in questo modo, perché la linea amministrativa che abbiamo assunto in questi due anni di governo sta dimostrando che veramente stiamo cambiando tutto”.

Intanto diverse forze politiche richiedono, alla luce della nuova ondata di arresti, le sue dimissioni.

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