18 Luglio 2016 - 14:52

Mani e piedi legati, seminudi e ammassati. Ecco le purghe di Erdogan

piedi legati

7.543 le persone arrestate, tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, e 650 civili. Ecco gli scatti che ritraggono i militari mani e piedi legati detenuti ad Ankara

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Mani e piedi legati, seminudi, ammassati sul pavimento di una palestra. Ecco gli scatti, apparsi su Twitter, che ritraggono decine di soldati apparsi in condizioni già critiche.

Dopo militari e giudici, le purghe per il golpe fallito in Turchia coinvolgono anche la polizia. Un totale di 7.899 agenti in tutto il Paese sono stati costretti a riconsegnare armi e distintivi.

SOLDATI AMMASSATI 2Sospesi anche 30 prefetti su 81: in totale, i dipendenti del ministero dell’Interno sollevati dai loro incarichi sono 8.777, di cui – oltre ai prefetti – 7.899 poliziotti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali. Ankara ha arrestato ad oggi 7543 persone, tra cui 6 mila militari e 755 magistrati e 650 civili sospettati di aver appoggiato un tentativo di colpo di stato, costato la vita a 312 persone – tra cui 145 civili, 60 poliziotti, 3 soldati e 104 golpisti- con 1491 persone ferite. Tra i militari arrestati, ci sono anche 103 generali e ammiragli delle forze armate: l’ufficiale più alto in grado è il generale Akin Ozturk, ex numero uno dell’Aviazione, considerato il vero promotore del mancato golpe.

Pulizia e pulizia è stata. Erdogan non sembra fermarsi e la sua pulizia all’interno delle istituzioni procede spedita. Ma, già come testimoniano alcune foto su twitter, le purghe su vasta scala e accompagnate da esagerata violenza e accanimento cominciano già a destare qualche perplessità.

Una eventuale reintroduzione della pena di morte in Turchia, avverte la cancelliera tedesca Angela Merkel, significherebbe “la fine delle trattative per l’ingresso nell’Unione europea”. Lo stesso concetto è stato ripreso anche da Federia Mogherini Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue.

Sono già in molti tra esperti di politica internazionale e non solo, che dubitano dell’effettiva veridicità del golpe subito da Erdogan.

Nel frattempo anche il segretario di Stato Usa, John Kerry, a Bruxelles ha parlato anche di “appartenenza della Turchia alla Nato a rischio”. Nel frattempo Ankara richiede l’estradizione del religioso Fethullah Gulen con la minaccia di rivedere le relazioni internazionali con Whashington in caso di diniego.

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