Manovra: gli scenari dopo la bocciatura dell’Unione Europea
Dopo il procedimento annullato dall’Unione Europea, il Governo deve riorganizzarsi sulla Manovra. Ma potrebbe incorrere in sanzioni
Il giorno decisivo è arrivato. La Manovra è stata ufficialmente bocciata dalla Commissione Europea. Dopo una settimana, l’inevitabile è arrivato. Un risultato che probabilmente tutti aspettavano, visto il piede di guerra continuo mandato da Roma nei confronti di Bruxelles.
Ora, bisognerà aspettare la data in cui dovrebbe partire l’eventuale procedura per deficit eccessivo legata nel nostro caso al debito. Nello stesso giorno infatti potrebbe essere presentato il rapporto ex articolo 126.3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) che rappresenta il primo passo formale della procedura d’infrazione europea.
Il negoziato con Bruxelles, a quel punto, si sposterà probabilmente sulle modalità e sui tempi della Edp, come viene chiamata in gergo la procedura per deficit eccessivo. Procedura che è lunga, complessa (prevede una quindicina di passaggi) e che diventa più pesante a mano a mano che procede.
Quindi, quali sono i rischi che corre l’Italia, ora che la sua Manovra è stata bocciata dall’Unione Europea? Ecco nel dettaglio in cosa consiste la procedura per deficit eccessivo e quali sono le possibili conseguenze.
La procedura per deficit eccessivo
La procedura che l’Italia rischia di subire è prevista dal braccio correttivo del patto di stabilità. Quest’ultimo prevede che un Paese che non rispetta gli obblighi previsti dal braccio preventivo del patto venga costantemente monitorato tramite rapporti a cadenza semestrale.
In qualsiasi momento l’Unione Europea può emettere una raccomandazione allo Stato membro. Questo se viene percepito un rischio di mancato rispetto della scadenza fissata per correggere il deficit eccessivo.
L’Italia, entro la scadenza indicata nella raccomandazione europea, dovrà dimostrare di aver adottato azioni volte a rimediare al deficit eccessivo, pena l’applicazione di alcune sanzioni. Dal deposito, che non produce interessi, di una somma pari allo 0,2% del PIL alla sospensione di alcuni o di tutti i fondi europei strutturali e di investimento.
Se la procedura continua il Consiglio può anche decidere di intensificare le sanzioni arrivando ad imporre una multa con importo massimo pari allo 0,5% del PIL.
Il disastro
Il tutto, in termini molto semplici, si tramuterebbe in un completo fallimento per l’Italia. Il Governo dovrebbe ora sistemare i conti, in virtù del fatto che l’Italia ha un debito pubblico coi fiocchi. Solo dopo potrebbe pensare a realizzare effettivamente la Manovra del Popolo.
Il Documento Programmatico di Bilancio dovrebbe essere l’ultimo dei problemi, per Conte e compagni. Da una parte, c’è la scure dell’Unione Europea che promette battaglia fino alla fine, battaglia da cui molto fortunatamente se ne potrebbe uscire vincitori. Dall’altra, invece, c’è quella degli elettori, che si vedrebbero rigettare in faccia tutte le promesse “populiste” in un batter d’occhio.
Detto che gli elettori non rappresenterebbero un vero problema, in quanto ammaliati dalla comunicazione spinta di Di Maio e Salvini, la partita si gioca con l’Unione Europea. I vincoli contrattuali imposti dal Trattato di Maastricht dovranno essere obbligatoriamente adempiuti, compresi quelli economici.
Nel caso in cui non si voglia procedere in questa maniera, non è da escludere che, pur di attuare la Manovra, il Governo sia pronto ad uscire dall’Europa. Ciò significherebbe, però, la vera e propria “mazzata” conclusiva. L’esclusione porterebbe ad un isolamento del mercato italiano rispetto a quelli esteri, oltre ad una diminuzione della domanda europea di beni e servizi. Cosa da cui il nostro sistema di export non uscirebbe felicemente.
Dunque, si è davvero sicuri di fare la guerra per un provvedimento di cui, effettivamente, non si conoscono le conseguenze?
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