22 Settembre 2020 - 17:24

Maurizio Cattelan: i 60 anni dell’artista più provocante d’Italia

maurizio cattelan

Maurizio Cattelan compie 60 anni. Diversi sono gli epiteti a lui attribuiti: “provocante”, “ironico”  ma anche “irriverente”. Ma a prescindere da ciò, è lui l’artista italiano più discusso al mondo

Maurizio Cattelan compie 60 anni. Un traguardo importante per uno degli artisti, anzi l’Artista, più discusso d’Italia. Che si tratti di una statua con il dito medio, piccioni e cavalli imbalsamati, un manichino dalle fattezze di un bambino per simboleggiare la crudeltà umana, una banana attaccata al muro o un Papa colpito da un meteorite; ciò che è certo la sua arte non lascia indifferente. Considerata spesso irriverente, al limite del conturbante, essa fa discutere.

Nato a Padova il 21 Settembre del 1960, la sua famiglia è quanto mai più lontana dall’ambiente intellettuale: il padre è un camionista e la madre lavora come donna delle pulizie. E’ passato veramente molto tempo da quando Cattelan era un ragazzino, impegnato ad occuparsi le sue due sorelle minori dopo che la madre si ammala gravemente. Il suo spirito provocatorio si fa notare quando è solo un quattordicenne e disegna dei baffi sulle statuine di Sant’Antonio, il Santo Patrono di Padova, che dovevano essere vendute per l’emporio della sua parrocchia.

I genitori non riescono a mantenere la famiglia, i soldi scarseggiano e Cattelan inizia a svolgere i mestieri più disparati: elettricista, giardiniere, fino a lavorare in ospedale e in in sala mortuaria. Nel frattempo riesca a diplomarsi, frequentando i corsi serali.

Si trasferisce a Forlì negli anni ’80, e da autodidatta sviluppa una propria concezione dell’arte e del compito dell’artista.Vuole sperimentare con il design, ma capisce subito che i progetti che intende realizzare non sono adatti a un pubblico ampio e generalista. Deve trovare qualcuno che accetta la sua visione. Realizza mille copie di una brochure dove illustra e spiga i suoi pezzi, li spedisce ai musei e gallerie di tutto il mondo, sperando di essere chiamato. La sua prima opera sembra essere Lessico Familiare (1989). A casa di un’amica ruba una cornice d’argento, per metterci un suo autoscatto nudo, mentre con le riproduce il segno del cuore sul petto. La componente sardonica e la voglia di mettere in discussione le tradizioni emerge quindi da subito.

Ottiene il primo vero grande ingaggio alla Galleria d’Arte moderna di Bologna dove presenta il suo “Stadium 1991”, un lungo tavolo da calcetto da 22 posti in cui una squadra di calcio composta da immigrati nordafricani, avrebbe gareggiato contro una italiana. Una provocazione contro il razzismo dilagante di quegli anni.

Nel 1993 il suo nome inizia a circolare tra i critici e, in occasione della 46° Biennale di Venezia, partecipa a una mostra  dedicata a giovani talenti emergenti. L’evento è  organizzato da Giancarlo Politi, direttore della rivista “Flash Art”, ma anche questa volta Cattelan fa rimanere tutti a bocca aperta. Invece di esporre un suo progetto, affitta il suo spazio a un’agenzia pubblicitaria per presentare una nuova campagna dedicata a un profumo.

Agli anni ’90 risale invece ” La Nona Ora”, una delle sue opere più discusse, dove Papa Giovanni Paolo II è accosciata terra dopo essere stato colpito da un meteorite.Non si tratta di una critica alla Chiesa: la caduta del Papa, è prima di tutto  l’abbattimento di un’icona pop. “La Nona Ora è un’opera molto religiosa: è un lavoro che mette a nudo il papa, mostrandone il lato umano”- ha dichiarato l’artista veneto. L’opera è stata poi venduta per circa 886 mila dollari,corrispondente oggi a un milione di dollari.

Del 2002 è l’opera “Him”, in cui il calco di Hitler è messo in ginocchio, a mo di preghiera, alla ricerca di un perdono. A New York, quest’opera è stata venduta alla cifra di 17 milioni di dollari. E poi ancora vi è la tanto discussa L.O.V.E (2010), la statua che raffigura il saluto fascista, le cui ditta  della mano sono tutte mozzate, ad eccezione di quello medio.

Come scrive Fanpage.it,le opere di Maurizio Cattelan combinano la scultura con la performance, ma spesso includono eventi di tipo “happening”, azioni provocatorie, pezzi teatrali, testi-commento sui pannelli che accompagnano sue opere d’arte. A prescindere da chi lo ritiene un genio, chi pensa che la sua sia soltanto arte da quattro soldi, le sue opere dal chiaro intento istigatore non lasciano le persone indifferenti. Il vero obiettivo dell’arte è quindi realizzato.