12 Aprile 2023 - 09:45

Migranti, Stato di emergenza su tutto il territorio nazionale: ecco cosa cambia

Migranti, 3.002 sbarcati in soli cinque giorni, con un picco di 1.389 venerdì 9 aprile: scatta lo stato di emergenza

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Uno stato di emergenza che durerà 6 mesi. Il governo Meloni ha così deliberato il nuovo assetto per quanto riguarda la questione migranti, in tutto il territorio nazionale.

La proposta arriva dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, e sarà sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro previsti dal Fondo per le emergenze nazionali.

Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi“, ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine della riunione. La decisione è arrivata aver registrato 3.002 sbarcati in soli cinque giorni, con un picco di 1.389 venerdì 9 aprile.

La dichiarazione dello stato di emergenza consentirà di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale. Si potranno da un lato realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard, e dall’altro aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.

Per il ministro dei Trasporti Matteo Salvini è fondamentale “che l’Europa si svegli e intervenga: è da anni che chiacchiera, ma non ha mai mosso un dito, ed è il momento di dimostrare che esiste una comunità, un’Unione e la solidarietà non è solo a carico dell’Italia, della Spagna della Grecia o di Malta.

Mille arrivi al giorno non siamo in grado di sostenerli economicamente, culturalmente, socialmente, e quindi se l’Europa c’è, visto che noi siamo contribuenti netti per miliardi di euro all’anno, è il momento che lo dimostri. Altrimenti non ce la facciamo“, ha detto ancora il leader della Lega che chiede “almeno un centro rimpatri per ogni regione”.

Ma non è l’unica richiesta avanzata dalla Lega, ora che il decreto Cutro è all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove sono attesi i pareri e gli eventuali emendamenti del governo.

Nel decreto già si mette mano alla protezione speciale, che era quella che una volta era la protezione umanitaria – ha detto il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari -. Quindi nel testo uscito dal Cdm abbiamo già una limitazione di questo tipo. Quello che noi abbiamo fatto nei nostri emendamenti è cercare di riportare in vigore le norme del decreto Salvini, quindi il decreto di sicurezza, definendo in maniera chiara e rigida quali sono i casi a cui dare la protezione speciale. Oltre a questo ci sono una serie di altre norme come ad esempio sui centri di accoglienza, dove si vuole prolungare a 180 giorni la permanenza come era prima e sulle regole sull’accoglienza. Quindi il nostro intento è quello di riportare in vita quelle normative che hanno dimostrato di funzionare, nella limitazione dell’immigrazione clandestina e sono certo che anche i colleghi di Fratelli d’Italia abbiano lo stesso obiettivo, quindi cercare di limitare il fenomeno e quindi un’intesa si troverà sicuramente”. L’obiettivo, insomma, “è ritornare ai decreti sicurezza del governo Conte“.