Migranti: le “urla” di Conte, vero e unico premier
L’unico vero argine allo strapotere di Di Maio e Salvini ha nome e cognome: Giuseppe Conte. E la presa di posizione sui migranti ne è un esempio
Inizialmente era passato in sordina. Addirittura era stato preso in giro, dato che prima di diventare il capo del Governo era un vero e proprio sconosciuto. Era stato definito come il “prestanome del Consiglio“, perché in realtà la leadership non sarebbe dovuta toccare a lui. Giuseppe Conte, invece, si è dimostrato non solo all’altezza del ruolo, ma ha fatto capire di possedere ottime qualità interlocutorie, fondamentali.
Giuseppe Conte si riscopre, quindi, autonomo rispetto ai due capi di Governo “in pectore”, ovvero Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In un’intervista andata in onda ieri sera, infatti, il premier si è smarcato a tutta forza dalle opinioni dei suoi due “alfieri” sulla questione dei migranti.
“C’è un limite oltre il quale non si può andare. Non ha più senso tenere in mare quelle persone. Se non li faremo sbarcare, li prenderò con l’aereo e li porterò qua.” ha dichiarato, durante l’intervista.
Una scelta molto interessante, soprattutto nel momento in cui Salvini sembra sempre più il primo ministro dei social ed ha un occhio alle Elezioni Europee. In questo modo, il capo di Governo si conferma una sorta di “anima vecchia” del Movimento, uno dei fidi scudieri del pensiero che allora fu di Beppe Grillo, più “a sinistra” rispetto alla “nuova classe” (quella costituita da Di Maio e Di Battista).
Con consapevolezza dei propri mezzi, ha lasciato fare i propri comodi ai due ministri più importanti del Governo, impegnati nella lotta a chi riesce a fare più proclami nel minor tempo possibile. Con quest’ultima presa di posizione, però, ha garantito e di fatto istituzionalizzato la sua vera funzione. Lui è il premier, lui prende le decisioni. Agli altri restano solo i propri campi d’appartenenza.
Messaggio a Salvini?
Dunque, Giuseppe Conte c’è. Nella commedia che si potrebbe definire questo Governo Lega-M5S, lui ha finalmente preso una parte. Ed è una parte bella pesante, ingombrante, che potrebbe oscurare del tutto la smania di potere dei due “facchini”. Ma non è la prima volta che prende delle decisioni importanti.
Bisogna ricordare, infatti, che sempre lui ha risolto il caos creato sempre dai due “facchini” a causa del deficit provocato dalla Manovra. La lunga trattativa con la Commissione Europea e l’abbassamento al 2% l’aveva ottenuto sempre e comunque lui. Ciò ha evitato all’Italia una procedura d’infrazione che sarebbe costata cara e amara, nel momento in cui la crisi è cavalcante.
Anche stavolta, mette una mano lui al Decreto Sicurezza, stoppando la rivolta dei sindaci, e mette mano anche alla questione dei 49 migranti, decretandone lo sbarco. Decisione certamente impopolare, ma retta e corretta e lungimirante, al contrario di quella del suo “collega” leghista. Ed è proprio con lui che si giocherà la partita più importante: quella della popolarità.
Questa decisione appare sempre di più un vero e proprio messaggio allo sfidante. Come a dire “Io sono qui, sono il presidente del Consiglio. Le decisioni finali le prendo io. Tu fai il tuo lavoro.“. Una netta presa di posizione e un segnale di preannunciate scintille, in vista del passo più importante del nuovo anno: le Elezioni Europee.
Il volto del Movimento alle Elezioni Europee
A questo punto, Giuseppe Conte si candida davvero ad essere il volto di spicco del Movimento alle Elezioni. Chi meglio di lui può godere sia dell’appoggio delle cancellerie europee, che di quello del presidente della Repubblica e di altre istituzioni importanti (Putin, Trump, solo per dirne due) contemporaneamente?
Se, da un lato, Salvini sonda il terreno per l’alleanza populista, dall’altro c’è un Conte che ansima e tenta la carta “universale“. Gioca a tutto tondo, gioca nel modo completamente opposto rispetto al suo ministro dell’Interno. E potrebbe anche guadagnare la simpatia delle sinistre internazionali (quella italiana è troppo occupata a rincorrere le poltrone, attualmente).
I nemici, però, sono dietro l’angolo. Oltre al leghista “onnipotente”, anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista ansimano, naturalmente, per prendere il suo posto e per guidare il partito alla corsa per le Elezioni Europee.
Ma qui, noi di ZON.it, vogliamo lanciare una provocazione al Movimento 5 Stelle. Scommettiamo che, se si votasse “democraticamente” su Rousseau il nome della persona di spicco da presentare alle Europee sotto la voce del Movimento, uscirebbe Giuseppe Conte? La sua popolarità è in completa e continua ascesa, riesce a farsi rispettare sempre di più anche tra le personalità non attinenti ai 5 Stelle.
Con buona pace di Grillo, Di Maio e Di Battista.
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