6 Marzo 2020 - 12:15

Milan: alla scoperta di Ralf Rangnick, il guru del “Pressing”

Rangnick, Red Bull

Visionario, avanguardista e pioniere del “GegenPressing”. Ecco l’identikit di Ralf Rangnick, vicino a diventare il nuovo allenatore-manager del Milan

Anno 1984. La Dinamo Kiev della leggenda del calcio sovietico Valerij Lobanovski è in ritiro pre-stagione in Germania Ovest e affronta in amichevole il Viktoria Backnang, piccola squadra che milita nella sesta serie del calcio tedesco. Tra le fila della squadra locale gioca un 28enne con scarso talento ma grandi idee. Dopo 10 minuti questo ragazzo, che gioca a centrocampo, si ferma e inizia a contare i giocatori della Dinamo Kiev: “Ero in campo ed ero perplesso. Ho contato i giocatori. Eravamo undici noi e undici loro. Tuttavia giocavano un pressing così inteso e usavano così bene l’ampiezza del campo, da avere l’impressione che fossero almeno due in più sul terreno di gioco” racconterà il giovane centrocampista in un lontano futuro. Quel ragazzo di 28 anni si chiamava Ralf Rangnick e oggi, dopo una carriera da guru del calcio, soprattutto in patria, sembra destinato a diventare il nuovo allenatore-manager del Milan.

Tutti i tifosi rossoneri si stanno chiedendo in queste ore: chi è Ralf Rangnick? Riavvolgiamo il nastro a quel pomeriggio del lontano 1984. In un piccolo paese della periferia tedesca, Rangnick entra per la prima volta a contatto con l’idea di gioco che cambierà la sua vita e questa idea si può riassumere in una sola parola: Pressing. Un’idea, anzi una filosofia, che viene perfezionata nel corso degli anni e che raggiunge il suo apice quando la visione di quest’uomo anti-convenzionale per la Germania conservatrice degli anni ’80 e ’90 incontra le risorse del mondo Red Bull.

Nel 2012 Rangnick sposa il progetto Red Bull che affida al manager tedesco il suo settore calcistico. Tra Salisburgo e Lipsia, il nativo di Backnang compie un vero e proprio capolavoro, soprattutto con il Lipsia che viene traghettato fino alla Champions League, spianando poi la strada per il lavoro di Nagelsmann che in questa stagione ha guidato il club teutonico alla sua prima storica qualificazione alla fase ad eliminazione diretta del massimo torneo continentale per club. Come ha fatto Rangnick a portare avanti il suo lavoro? Tutto si basa su 3 concetti: il principale, come anticipato, è quello del Pressing al quale sono affiancati altri 2 pilastri concettuali: “Player Trading” e “Scouting”. Analizziamo la visione del guru tedesco punto per punto.

GegenPressing

Siamo tutti innamorati del calcio del Liverpool e del suo meraviglioso architetto Jurgen Klopp. Un calcio intenso, veloce e giocato sempre al limite delle possibilità fisiche del singolo atleta, un calcio che trascina il pubblico, fa divertire e da anche risultati. Il maestro del calcio di Klopp, definito dagli addetti ai lavori “GegenPress”, altro non è che Ralf Rangnick. L’attuale tecnico dei reds ha rubato i segreti del deus ex machina della Red Bull quando questi allenava l’Hoffenheim e lo ha poi portato ai massimi livelli, grazie anche al grande talento a sua disposizione. I principi di base di Rangnick sono estremi: massimo 8 secondi da quando si recupera palla a quando si conclude a rete. Principi difficili da interpretare alla lettera ma tanto lavoro, sia fisico che mentale, che può dare grandi risultati.

Player Trading e Scouting

Due principi solo in apparenza sconnessi ma in realtà del tutto complementari tra di loro. Nella sua carriera da allenatore ma soprattutto da manager, in particolare con le squadre Red Bull, Ralf Rangnick ha sempre dato grande importanza al settore dello scouting che è poi collegato al player trading. Giocatori giovani, massimo 24 anni, da comprare a costi contenuti per farli poi crescere con due possibili prospettive: tenerli nel club come giocatori affermati o rivenderli con plusvalenze che fanno bene a bilancio e portafogli della proprietà. In sette anni il Lipsia è passato dalla quarta serie tedesca alla Champions League, affermandosi come potenza del calcio non solo in Germania ma anche in Europa. Risultato straordinario, ottenuto grazie a giocatori giovani acquistati a prezzi contenuti o fatti crescere dal vivaio e diventati poi affermati top player come Werner, Konatè, Forsberg, Poulsen.

 

In conclusione, cosa possiamo aspettarci da un’eventuale approdo in Italia di Ralf Rangnick? Nel calcio ovviamente è praticamente impossibile fare delle previsioni e si rischia spesso di cadere in grandi errori ma alcune cose sembrano quasi logica conseguenza della storia del manager tedesco. Nel duplice ruolo offerto da Gazidis, Rangnick avrà totale controllo dell’area tecnica quindi la prima novità che si vedrà a Milanello sarà la creazione di una struttura di analisi dei dati all’avanguardia e lo sviluppo di un’area di scouting capillare ed estesa. I giocatori avranno nuove figure di riferimento, dallo psicologo all’head of performance. Fondamentale sarà l’appoggio della proprietà: Rangnick ha fatto miracoli quando ha avuto a disposizione risorse economiche quasi illimitate e fiducia da parte degli investitori mentre ha faticato quando si è trovato in realtà chiuse e conservatrici, vedi l’esperienza allo Stoccarda. In definitiva, la mossa di Ivan Gazidis e in generale del Milan è la tipica mossa che gli americani definiscono “high risk, high reward”: grandi rischi di fallimento, specialmente a breve termine, ma anche la possibilità di creare in futuro una macchina perfetta, capace di unire una poderosa forza economica con importanti risultati sportivi: vittorie e trofei, quello che i tifosi del Milan sognano ormai da anni.