24 Gennaio 2020 - 15:55

Movimento 5 Stelle: e ora qual è il futuro del partito?

di maio, decreto covid

Dopo il “passaggio” di cariche da Luigi Di Maio a Vito Crimi, nel Movimento 5 Stelle si parla di futuro. La prima tappa è il Congresso di Marzo

Il terremoto in casa Movimento 5 Stelle non può di certo coinvolgere i vertici del partito. Dopo l’annuncio di Luigi Di Maio, infatti, tutti quanti si interrogano su una domanda fondamentale: quale sarà il futuro per il Movimento? Lo stato del partito, attualmente, si fonda su una profonda incertezza nei confronti delle mosse da intraprendere. Il partito, infatti, è stato azzoppato dai consensi sempre in costante perdita. Dunque urge sicuramente una riorganizzazione, soprattutto in vista delle elezioni in Emilia-Romagna.

La prima tappa fondamentale, però, oltre al prossimo voto nella regione, è sicuramente il Congresso che si svolgerà a Marzo. Infatti, molti sono convinti che la figura di Vito Crimi, scelta attualmente per sostituire Luigi Di Maio alla guida del Movimento 5 Stelle, sia solamente “di passaggio“. Infatti, quasi sicuramente, l’ex capogruppo al Senato sarà deposto subito dopo gli Stati Generali. Crimi è stato nominato automaticamente essendo il presidente del comitato di garanzia, la carica che, in base allo statuto del Movimento, succede automaticamente al capo politico in caso di dimissioni.

Le modalità e i tempi con cui sarà fatta questa scelta sono ancora molto incerte. Lo statuto del partito stabilisce soltanto che il capo politico viene eletto con una votazione online dagli iscritti e che le regole della consultazione vengono decise dal comitato di garanzia. Ciò potrebbe porre un freno serio alla nomina di Crimi, ma c’è chi suggerisce che il regolamento possa essere modificato in corso d’opera.
Infatti, su questo punto, vi sono ancora dei dubbi che dovrebbero essere chiariti. Ed è proprio lo stesso Di Maio a porli e a tenere ancora “la bacchetta in mano“, come un direttore d’orchestra.

Quale futuro per il Movimento?

La cosa che tutti quanti si chiedono ora è quale piega assumerà il Movimento 5 Stelle. Alcuni sostengono che l’intenzione di Di Maio e dei suoi alleati sia proporre di rendere il capo politico una carica doppia, occupata contemporaneamente da un uomo e da una donna. L’idea è quella di seguire il modello dei partiti Verdi d’Europa e dei socialdemocratici tedeschi. Il punto, però, è che ancora non si conosce effettivamente chi possa essere il suo sostituto maschile.

La pista più accreditata, soprattutto alla luce dei profili “interscambiabili”, porta ad un clamoroso ritorno in auge di Alessandro Di Battista. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono come il giorno e la notte, se esiste uno non può esistere l’altro contemporaneamente. Ecco perché l’essersi messo da parte per quel che riguarda l’ex capo politico del Movimento potrebbe essere contemporaneamente una rampa di lancio per il suo “alter ego” romano.

Certo, a quel punto, nel caso in cui si concretizzasse il clamoroso ritorno, il rapporto con il PD potrebbe deteriorarsi in un men che non si dica. Questo rende effettivamente difficile la nomina di “Dibba” come reggente del partito, a meno che non si voglia mettere fine al Governo.

Altri nomi papabili sono quelli della Appendino e della Taverna. La prima è molto vicina allo stesso Di Maio, la seconda è uno dei profili preferiti dal premier Giuseppe Conte. Ma entrambe sarebbero prese in considerazione nell’eventualità del doppio reggente, come figure femminili. Escludendo la candidatura di Conte, che cozzerebbe con il suo ruolo da premier, un’altra papabile alternativa potrebbe essere quello di Roberto Fico. Il problema, però, è lo stesso di Conte: il suo ruolo di presidente della Camera ostacolerebbe una sua partecipazione in prima persona.

Ed eccoci quindi all’ultima alternativa: continuare con Vito Crimi. Potrebbe essere davvero l’uomo che mette d’accordo tutte le anime e da cui partire per il rilancio. Ma la situazione è in continua evoluzione.