8 Febbraio 2023 - 16:22

Napoli, De Laurentiis: “Il calcio ha 150 anni. Va rinnovato”

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis dice la sua sul sistema calcio e sui diritti tv: "Vanno venduti a più piattaforme"

Napoli

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è stato intervistato da dal quotidiano tedesco Bild. Nella lunga chiacchierata, il presidente – definito dal giornale “il proprietario del club più brillante d’Europa” – ha detto la sua sul sistema calcio e sul modo in cui vanno ridistribuiti tutti i diritti tv.

«Il problema è che i responsabili delle decisioni nel calcio provengono dalla vecchia generazione e non pensano ai giovani. Non vogliono più stare due ore davanti alla televisione. Sei abituato alla velocità – sul tuo smartphone o tablet. Abbiamo bisogno di un nuovo ritmo nel gioco e nell’interazione. Sono favorevole all’abolizione dell’intervallo, ma a due minuti di pausa ogni dieci minuti per consentire agli allenatori di intervenire. Ci devono essere molti più cambi di giocatore possibili. Un cartellino giallo è una penalità di dieci minuti e un cartellino rosso è una penalità di trenta minuti. Sto pensando a piccole telecamere sulla testa, nelle scarpe o sulle ginocchia. Il calcio ha 150 anni e come molti altri sport, dobbiamo cambiare il gioco. La Formula 1, ad esempio, ha fatto molto bene negli ultimi anni e ha offerto agli spettatori spunti completamente nuovi».

«Dobbiamo anche ripensare i diritti televisivi e non venderli più solo a due o tre grandi emittenti televisive. Si tratta di costruire un ponte tra club e tifosi. Noi club dobbiamo essere in grado di vendere le nostre partite direttamente ai nostri fan, su molte piattaforme diverse. Che sia via satellite, via DVB-T o su Internet tramite Netflix, Paramount, DAZN, Sky, Apple, Discovery, Disney+ ecc. Tutti sarebbero fornitori dei nostri giochi e manterrebbero il cinque percento di ciò che i fan considerano una partita in diretta. Fino ad allora, però, dobbiamo lottare duramente con la politica e contro la pirateria, che è come un cancro del nostro sport e di tutto lo spettacolo».