5 Maggio 2023 - 15:50

Napoli campione, le parole di Spalletti: “Dormo in azienda”

Luciano Spalletti in conferenza stampa al termine di Napoli-Udinese. Gli azzurri sono campioni d'Italia. Le parole dell'allenatore

Napoli

Il Napoli è campione d’Italia. Gli uomini di Luciano Spalletti vincono il titolo per la terza volta nella loro storia, a 33 anni dall’ultimo storico successo del 1990 con Diego Armando Maradona. Proprio l’allenatore azzurro si è lasciato andare a dichiarazioni particolarmente sentite al termine della gara pareggiata con l’Udinese per 1-1 alla Dacia Arena.

Napoli, le parole di Spalletti

Lo Scudetto:
“Me la sono goduta, ho visto le facce di chi c’era oggi e che ha festeggiato, si è parlato di impresa e di impresa si tratta. Qualcuno lo sa già, chi lavora seriamente però non ha tempo di essere felice, chi lavora da mattina a sera arriva, riceve un risultato e si chiude subito la tenda del sipario, a caccia di un’altra scena che gli dia felicità. Siamo stati un po’ così e siamo contenti, la dimensione grossa non riuscirai mai a subirla, sei proiettato verso altro che è ancora più importante, dare questa felicità che i napoletani aspettavano da tempo. Ditro questa impresa c’è anche la benedizione di Maradona probabilmente visto quanto portato a casa con ben cinque partite ancora da fare, c’erano squadre fortissime con noi. I giocatori si meritano questa gioia e questa felicità da condividere con le loro famiglie, sono stati professionisti incredibili. La dedica va a tutta Napoli, questa vittoria è per loro, a tutti i miei collaboratori, chi lavora dietro le quinte, sempre sul pezzo, sia quando vincevamo che quando perdevamo. Tutto il dietro le quinte è stata la nostra seconda squadra. Gente poi come Santoro, Giuntoli, la società, che è di quelle serie, sane, ha rimesso a posto tante cose creando una squadra che può avere un futuro importante. Anche alla mia famiglia grazie, ma in fondo. È due anni che sono fuori casa e aspettano ogni due mesi il mio ritorno… però il lavoro è gratificante, si beneficia di tante cose quindi un po’ di fatica è giusta”.

C’è stato un momento in cui si è detto che avreste vinto lo Scudetto?
“Già l’anno scorso c’è stato qualche momento dove abbiamo fatto bene e l’ho pensato, mi avete detto che era troppo, che non avevamo lo spessore per tirarli per i capelli, Quest’anno mi dite che io non credevo al risultato e invece De Laurentiis sì, con quell’atteggiamento ho lavorato… ora lui vuole dirmi che vuole vincere la Champions, dice sempre il massimo, se la vinciamo così casca sempre diritto, l’è troppo facile (ride ndr). Questo è stato il mio secondo tempo, si è cominciato a creare una mentalità per far sì che lo Scudetto fosse toccabile, fatevi dire in riunione cosa dicevo e ve lo dicono loro. Essere arrivati terzi non contava, secondi non era un miglioramento, dopo l’Empoli siamo stati contestati, sono venuti a prenderci in albergo. Se siamo stati contestati arrivando terzi secondi non è un passo avanti. Quindi bisognava provare a vincere il campionato e gliel’ho sempre detto, fin dal primo momento in cui nesusno ci credeva. CI sarà qualche d’uno che ha detto ai giocatori di poter fare qualcosa di importante? Sennò i giocatori si adeguano. Dopo che hanno visto Sarri, Benitez, Ancelotti, Aver visto vincere Gattuso che ha fatto un buon calcio, cosa faccio, faccio copia incolla? Io in fondo alla giornata a 64 anni ci sono arrivato, poi magari non ne so gioire fino in fondo, però ora vedere le facce dei giocatori a Napoli forse toccherà anche me”.

Un immagine che le resta di questa stagione?

“Di immagini ne ho tante, tanti risultati fatti per costruire questa mentalità e questa convinzione che si potesse osare per il grande risultato, è un punto di vista mio e sono il peggio di tutti. Ci sono i meglio? Io sono i peggio. Se penso a qualcosa penso al dispiacere della Champions e sono fatto male, questa roba qui ce la siamo lavorata e costruita in maniera corretta e probabilmente lì forse sono entrate in mezzo cose differenti, però il pensiero va lì perché sono abituato a lavorare. Devo fare qualcosa anche nel tempo libero, ma quelli fatti così vivono male, spero che tu sia differente”.

L’Udinese? Ndombele ed Elmas per affrontare la loro fisicità?

“Ci sono dei calciatori che per qualità e caratteristiche necessitano di recupero, abbiamo tre gare ravvicinate toste da giocare, qualche cambio si può fare. Me l’aspettavo così perché so che Sottil allena bene la squadra, sa stare addosso agli obblighi di squadre come l’Udinese, so che hanno calciatori forti perché so come lavora questa società. Qui c’hanno lasciato le penne tante squadre forti, a inizio gara siamo stati troppo leggeri o al lato opposto troppo vogliosi, ieri ho predicato calma, invece non siamo stati uniti in quello che c’era da fare. Nella ripresa abbiamo messo le cose apposto e abbiamo fatto il Napoli che tutti hanno visto nel corso del campionato, un calcio bello, produttivo, portando a casa questo risultato che meritavano”.

Incontro per il futuro? Siete il sesto monte ingaggi del campionato:

“Stasera volevo essere buono, quello che è il lavoro che ha fatto la società lì fa giurisprudenza, fa vedere a tutti come bisogna lavorare in maniera seria, corretta, questa società se c’è riuscita gli vanno fatti i complimenti. Ha costruito una buona squadra, che ha tutti i criteri e la fisionomia della squadra che può rivincere e si può ancora migliorare. Per il tempo dei confronti non mi interessa, è il contesto dove nasci che fa la differenza”.

17 anni fa rifiutò il ruolo di direttore tecnico, ha intrapreso poi un gran percorso con lo Scudetto odierno:

“Non so a cosa allude con il direttore tecnico. Comunque di Scudetti ne ho vinti tre, in Russia ne ho vinti due. Ho preso una squadra in un determinato momento e l’ho portata alla salvezza, come ho fatto bene anche in Serie B. Mi fa piacere aver intessuto rapporti con tante belle persone. Qui ad Udine è stato l’inizio e sono stato fortunato, ho avuto un grande presidente, calciatori fantastici, assomiglia a quel tempo alla storia del Napoli di oggi. Cambiammo tanti giocatori quella volta, Gino Pozzo era bravissimo a pescare giocatori in giro per il mondo. Si fecero grandissimi campionati in quel periodo lì. Poi lì decisi un po’ più io, ma era arrivato il momento di cambiare e non so se in quel momento fosseo corretto. Però i tifosi se la sono un po’ legata al dito, anche oggi avete sentito i cori, ma non fa niente, ho tanti amici qua in Friuli ancora, Quando trovo tutti quei bambini con i quali giocavano a calcio i miei figli, sono molto legato a quelle famiglie, Udine è una città a misura per vivere la vita”.

Anche oggi la cornice di pubblico è stata importante, un commento? Ultimo km, quanto duro?
“I tifosi per noi sono fondamentali, sono coloro che fanno sentire più forti i giocatori. A Napoli abbiamo visto il più forte di tutti, Maradona, noi dobbiamo andare a prendere qualcosa nel ricordare quello che fai, più di lì è difficile andarci, è difficile arrivare al suo livello, al suo calcio, ma non possiamo essere al di sotto della bellezza che esprimeva in questo sport. TUtti i giocatori del Napoli devono saper lottare per essere più forti perché c’è questo esercito di cuori dietro che ci spinge, loro hanno il diritto di avere calciatori che lottano per questi traguardi qui, sennò non si può vestire questa maglia. L’ultimo chilometro è il più duro, il più difficile, quando si avvicina diventa ancora più pesante, anche qui va ad essere tirato in ballo il carattere delle persone, la bellezza dei bravi ragazzi che compongono la nostra squadra. L’ho detto l’altro giorno, questi ragazzi lasciano pezzi di cuore ovunque, lo hanno dimostrato in questi due anni, volevano dare questa felicità ed è giusto che la prendano… NAPOLI È PER TE! FORZA NAPOLI! NAPOLI!”

Il presidente dice che lei sarà riconfermato:
“Il presidente dovrà venirlo a dire a me non a voi (ride ndr)”.