Nocera Inferiore: lite tra ragazzi, ventunenne in coma
Nella notte di sabato scorso una rissa da bar finisce in tragedia a Nocera Inferiore. In coma farmacologico un ventunenne del posto
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Un’altra lite inutile, un’altra vita spezzata. Forse due. Dario Ferrara, un ventunenne di Nocera Inferiore (SA), è stato vittima di un aggressione sabato scorso nei pressi di Villanova, quartiere del capoluogo dell’Agro. Sabato scorso fu urgentemente trasportato all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore in condizioni gravissime, tanto che i medici del reparto di rianimazione hanno ritenuto opportuno metterlo in coma farmacologico.
Poche ore prima, Dario, si trovava con degli amici fuori ad un bar di Villanova. In molti lo descrivono come un ragazzo tranquillo con una passione sfegatata per la sua squadra del cuore: la Nocerina. Poi, il buio. Dario è a terra, incosciente e già in fin di vita. Ma cosa è successo? Dario ha avuto una discussione con un altro giovane nocerino, un ventiseienne a cui a quanto pare doveva dei soldi. Dio solo sa perché. Poi la lite, i due ragazzi si scontrano prima verbalmente, poi Dario aggredisce l’altro ragazzo che risponde dandogli spintoni fino a farlo cadere e battere la testa. Nella caduta il 21enne ha battuto la testa su un marciapiede, ed è rimasto a terra privo di sensi. Da subito le condizioni sono apparse molto gravi, e il giovane è stato immediatamente trasportato in ospedale.
Ma il ventiseienne nocerino, forse troppo impaurito e cosciente di ciò che si sarebbe andato innescando, scappa per poi andare a costituirsi al comando di polizia di Nocera Inferiore. Forse preso dal rimorso o perché ha superato lo scossone iniziale.
Io il ventiseienne in questione lo conosco, lo conoscevo. Come Dario, anche lui ha frequentato il Liceo Classico G.B. Vico di Nocera Inferiore; anche lui era ed è un bravo ragazzo che (davvero) non avrebbe mai fatto del male ad una mosca. Come Dario, anche lui era di animo mite e di buona famiglia. In qualche modo, anche la sua vita è appesa ad un filo, per una stupidaggine. E mi piange il cuore per lui, a saperlo certamente pentito, disperato e logorato dai sensi di colpa.
Mentre Dario, stasera, veniva dichiarato cerebralmente morto, F.P.F. veniva sollecitato a lasciare Nocera per paura di ripercussioni, dal momento che alcuni amici e familiari di Dario lo stavano “cercando” per farsi vendetta. Non riesco, non posso capacitarmi di ciò. Non voglio credere che un ragazzo sia morto forse per pochi euro. Non voglio credere che per una futilità un altro ventunenne perde la vita. Non voglio credere che viviamo in una giungla di cemento circondati da animali che hanno perso l’uso della parola, che reagiscono come due leoni quando si contendono la carcassa di un facocero. Non voglio pensare che una madre stia piangendo per un figlio stroncato nel fiore degli anni. Non voglio credere che un mio coetaneo lotti tra la vita e la morte e l’altro sia indagato per lesioni gravi, perché ha fatto una stupidaggine. Perché in effetti sono solo due ragazzi e non hanno avuto la fulmineità di pensare alle conseguenze. Perché erano accecati dalle proprie ragioni. Perché parliamo di RAGAZZI e più spesso di quanto vorremo vediamo ragazzi discutere e passare alle mani ed in questo caso, purtroppo, la situazione si è svolta nel peggior modo possibile.
Il mio pensiero si stringe attorno a Dario, ai suoi genitori e familiari, ai Massive che fuori all’ospedale Umberto I li sento cantare, con la voce rotta dalle lacrime: “Dario non mollare”.
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