Nuova bagarre in Commissione Affari Costituzionali
Dopo l’M5S, anche FI e SEL annunciano la loro assenza ai lavori della Commissione Affari Costituzionali
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Lo scontro fratricida all’interno del Partito Democratico ha creato una situazione più unica che rara in Commissione Affari Costituzionali della Camera in vista della discussione sull’Italicum.
Di fronte alla ferma volontà di approvare a tutti i costi la nuova legge elettorale, il partito di maggioranza relativa ha deciso di sostituire tutti i dissidenti nella suddetta Commissione con membri, non ancora rivelati, più conformi alla linea governativa.
Dopo l’annunciata assenza del gruppo M5S, per voce di Andrea Cecconi (“Il M5S non ci sta ad assistere alla farsa che il PD ha imbastito in Commissione Affari Costituzionali dove il padrone Renzi ha epurato i suoi deputati”), che ha evidenziato a gran voce il metodo “poco democratico” attuato, anche i gruppi di FI e SEL annunciano la diserzione dei lavori.
I berlusconiani si sono espressi totalmente a sfavore del metodo con il capogruppo Brunetta che ha annunciato l’assenza del suo gruppo rilanciando anche le responsabilità del PD di fronte al processo democratico parlamentare.
A queste accuse sono seguite quelle altrettanto pesanti di Arturo Scotto (SEL) che invece ha accusato il segretario/premier di trattare il Parlamento come una sezione del PD.
La giornata di oggi fa segnalare anche un’inversione di tendenza nel gruppo di Scelta Civica: dopo l’annuncio di ieri sulla loro assenza, i montiani hanno deciso di ritornare sui loro passi e presiedere la tanto concitata Commissione Affari Costituzionali.
I centristi hanno dichiarato che difenderanno i loro emendamenti e anche che, in caso contrario, il parere positivo sarà solo una formalità (“La legge elettorale è migliorabile, ma non invotabile” ).
Anche questa volta l’atteggiamento oltranzista, soprattutto, della maggioranza dem disegna un nuovo, ennesimo, scenario.
In questo caso la situazione sembra maggiormente complicata in quanto si conferma la volontà di andare avanti a tutti i costi, epurando gli oppositori di turno, in barba alle regole di confronto democratico.
In commissione, infatti, dovrebbero essere presenti solamente i rappresentanti dei gruppi di maggioranza e quello di Scelta Civica mostrando l’assenza di un vero e proprio dibattito su un provvedimento fondamentale per la libertà di scelta della popolazione.
La discussione sull’Italicum ripercorre la strada di altri provvedimenti approvati che, pur rappresentando una parte della nostra penisola, non riproducono i veri sentimenti “italici”.
Tutto ciò… sperando che la situazione non si complichi ulteriormente con una questione di fiducia.
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