Nuova Zelanda: dopo due settimane di lockdown calo di contagi da coronavirus
La Nuova Zelanda ha quasi sconfitto il coronavirus dopo sole due settimane di lockdown. La curva dei contagi è in calo e il tasso di mortalità è il più basso al mondo
In Nuova Zelanda dopo sole due settimane di lockdown si registra una vertiginosa diminuzione di contagi da covid-19. Il paese presenta uno dei tassi di mortalità più bassi del mondo: per il momento è morta solo una donna di 70 anni con problemi di salute pregressi. Questo grande passo in avanti nella lotta all’emergenza sanitaria è il frutto di una strategia ben applicata dall’esecutivo del paese che invece di contenere il virus ha lavorato per la sua eliminazione.
Il 19 marzo la premier Jacinda Ardern ha deciso di chiudere i confini della Nuova Zelanda. Il paese è poi passato alla cosidetta fase 4, fase che prevede restrizioni molto più severe, nonostante il numero esiguo di contagiati. Mercoledì 25 marzo, dopo aver superato quota 100 infetti, ha dichiarato l’emergenza nazionale. Sono stati poi chiusi tutti i locali e le scuole, i cittadini sono stati invitati a rimanere nelle proprie abitazioni se non per motivi di stretta necessità. Su circa cinque milioni di abitanti sono solo 45 persone multate per non aver rispettato le restrizioni.
Lo stato di emergenza nel paese è stato prorogato di un’altra settimana. Mentre l’esecutivo ancora non ha dichiarato la possibile data entro cui chiudere la fase 4. Secondo Michael Baker, docente di Salute pubblica all’Università di Otago nonchè epidemiologo, il caso neozelandese è “un trionfo di scienza e leadership. Mentre altri paesi hanno avuto un graduale aumento dei casi, il nostro approccio è stato esattamente l’opposto. Con l’intento non di appiattire la curva dei contagi e quindi rallentare la malattia ma di eliminarla del tutto”.
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