13 Giugno 2020 - 11:01

Omotransfobia: ecco cosa dice la legge e perché la CEI la critica

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La proposta di legge Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia vuole estendere i reati d’odio anche alla sessualità. Sarà compresa anche l’identità di genere

Un polverone alzato dalla CEI, ancora una volta. Secondo la Conferenza Episcopale Italiana, infatti, la proposta di legge Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia non serve ed è pericolosa perché rischia d’introdurre un reato d’opinione. I vescovi hanno lamentato il fatto che la legge, effettivamente, non abbia questo grande riscontro e sia ancora in discussione in commissione Giustizia alla Camera. Nelle previsioni, la legge dovrà essere votata dall’Aula il prossimo Luglio. Ma la strada sembra più accidentata del previsto. La politica, nel frattempo, si divide.

L’opposizione, come da pronostico, applaude all’iniziativa della Chiesa italiana, mentre la maggioranza conferma che procederà. La legge aspetta da due anni di essere discussa. Il decreto è stato stato presentato nel luglio del 2018 dal deputato Alessandro Zan del PD ed è approdato il 4 Giugno scorso in commissione Giustizia. La nuova legge, in sostanza, estende alle manifestazioni d’odio fondate sull’omofobia e sulla transfobia i reati già previsti nel codice penale. Gli articoli 604-bis e 604-ter già puniscono la propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa. L’estensione riguarderà però solo l’istigazione a delinquere e gli atti di violenza e non la propaganda.

Nel caso in cui il testo sull’omotransfobia venisse approvato, “chi commette reati motivati da stigma sessuale, in particolar modo nei confronti delle persone omosessuali e transessuali” rischia fino a quattro anni di reclusione. I relatori aggiungeranno poi qualche parola agli articoli 604-bis e 604-ter.