10 Agosto 2019 - 17:49

Orange is the New Black: grazie ragazze, grazie Litchfield

orange is the new black

Orange is the New Black è arrivata alla fine con la sua settima stagione. Tra lacrime, sorrisi e un leggero amaro in bocca, non possiamo che ringraziare le detenute di Litchfield

Orange is the New Black monologo stagione 7, episodio 4

”Cos’è il crimine? Noi creiamo delle regole comportamentali per rapportarci pacificamente con gli altri, ma a volte la vita ci spinge a infrangere le regole che ci sembrano arbitrarie e opprimenti. Talvolta, arriviamo ad un punto di scontro tra la nostra realtà emotiva interiore e ciò che la società esige da noi. Agiamo in modi che danneggiano noi o altre persone o le loro proprietà. Il crimine è un punto di rottura: a volte stiamo dalla parte della vittima, altre volte dalla parte del criminale. La giustizia si occupa di riparare quella rottura, ma a volte i mezzi per ripararla non sono chiari e la giustizia appare impossibile”

Non è semplice in una recensione conclusiva, raccontare tutte le storie vissute; non è semplice in poche parole, sviscerare quello che questa serie ha regalato in sette stagioni. È estremamente complicato, anche a mente fredda, spiegare quante volte il pubblico abbia gioito, sofferto, si sia visto buttare in faccia una verità scomoda, dolorosa, rabbiosa e tutto in una serie televisiva che ha dato tutto quello che poteva, senza rimpianti o limiti.

Orange is the New Black ci ha preso per mano e ci ha portato dentro il carcere femminile federale di Litchfield, ci ha fatto empatizzare con le cattive rendendole buone e ci ha fatto vedere il lato cattivo dei buoni. Spesso ci siamo sentiti di comprendere azioni sbagliate e ancor più spesso, ci siamo resi conto che per quanto si possa sbagliare, è un diritto di tutti potersi redimere, migliorare e ricominciare.

”Lo stato ha il compito di proteggere le persone ,ma lo stato è un’istituzione fatta di persone: persone che sono fallibili e faziose. Così, a volte, il sistema designato a proteggerci fallisce. Talvolta è il sistema più ampio del destino o delle circostanze a metterci in situazioni complicate. Dobbiamo fare scelte difficili che altre persone possono non comprendere, altre volte siamo noi le persone che non comprendono perchè qualcuno ha fatto quello che ha fatto, perchè dobbiamo pagare noi il prezzo di azioni altrui. Spesso non abbiamo la capacità di gestire il caos della vita, spesso non c’è modo di prepararsi ai suoi colpi imprevisti. Ma se continueremo a voltare le spalle a situazioni difficili da affrontare, ci definiremo in base  a ciò che cerchiamo di evitare”

Le mille sfaccettature dell’animo umano, questo abbiamo visto in sette stagioni di Orange. E dopo tutto questo tempo passato in loro compagnia, come possiamo non ringraziare Piper e Alex, perché con loro è iniziata questa storia e con loro è finita. Ci hanno regalato amore, tanto amore, quell’amore che supera tutte le difficoltà, perfino la prigione.

Dobbiamo ringraziare Suzanne “Occhi Pazzi”, Taystee, Black Cindy e Poussey Washington che con il loro animo forte e nero, ci hanno insegnato come non bisogna mai arrendersi, mai rinunciare. Bisogna lottare sempre per migliorare le cose per noi e per gli altri.

Un grazie alle calienti latino-americane Gloria Mendoza, Daya, Aleyda, Maria Ruiz, Blaca Flores e le amiche Mariza e Flaca. Con loro abbiamo capito l’importanza della famiglia e dell’amicizia; come i legami di sangue o quelli che scegliamo nella vita ci facciano crescere e ci rimangano accanto per sempre, nella buona e nella cattiva sorte.

Grazie a chi, come Pennsatucky e Nicky Nichols, ci ha dimostrato che il carcere e le giuste persone, possono aiutarti e renderti migliore. Ci hanno insegnato che, non mollando, i risultati arrivano e forse sbagliare e soffrire servono proprio a diventare ciò che abbiamo sempre desiderato ma che non abbiamo avuto il coraggio di essere.

Infine grazie a Red, dal viso e dalle parole dure ma dall’animo pieno di amore e a Joe Caputo che, in un mare di illegalità e ingiustizia ha sempre cercato, sbagliando anche, di migliorare le cose. L’ultimo grazie è per un’intrepida sognatrice come Lorna che nella sua follia, ci ha insegnato come a volte, cercare il lato positivo nei momenti brutti, serve ad andare avanti, sempre.

Questa non è una recensione è solo un lasciar andare una serie che ha affrontato argomenti complicati come: il trattamento delle detenute nelle carceri, la giustizia fallace, la deportazione degli immigrati e la violazione dei diritti umani. È un ringraziamento per tutte le emozioni vissute, per tutte le volte che anche lo spettatore si è sentito ”in gabbia”, per tutte le lacrime che abbiamo versato per la cattiveria della vita e per le piccole gioie che può regalarci. Perché alla fine Orange è questo, un piccolo manuale di istruzione per rialzarsi sempre, senza vergogna, da ogni ingiustizia.

”Nessuno nella vita sfugge a esperienze di dolore o ingiustizia ma alcuni incontrano molte più sofferenze di altri: si possono sentire senza via d’uscita, sentirsi disperati perchè non interessano a nessuno. Come possiamo ristabilire la giustizia in un mondo che è profondamente ingiusto? Come comportarci quando raggiungiamo il punto in cui non sappiamo cosa fare? Non esiste una risposta facile, la punizione non è la risposta, arrendersi non è la risposta. Ognuno deve trovare le sue risposte e questo ci sembrerà al di là delle nostre forze; ma per prima cosa dobbiamo provarci”