17 Settembre 2015 - 18:48

Orso polare denutrito: l’ennesimo grido della Terra

orso polare

La foto dell’orso polare emaciato e ferito diviene il simbolo del riscaldamento globale e fa il giro del mondo tra i pareri contrastanti del web

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Postata lo scorso 20 Agosto sulla pagina Facebook della fotografa Kerstin Langenberger, lo scatto ritrae quello che ormai è lo scheletro vivente di un esemplare femmina di orso polare, avvistato a largo del Mare di Barents, nell’arcipelago Norvegese delle Svalbard.

La reporter con il suo scatto lancia l’ennesimo messaggio allarmante alla popolazione che da anni continua a sottovalutare i problemi che minacciano l’esistenza di molte forme di vita (tra cui la nostra) sul pianeta Terra.

cucciolo di orso polare

cucciolo di orso polare

A difesa di quest’orso polare e dei suoi simili, Kerstin punta il dito contro il riscaldamento globale che ogni anno porta via centinaia di metri di ghiaccio nelle regioni del nord. La reporter ha spiegato di aver visto orsi in buona salute e che questi erano per lo più esemplari maschi che trascorrono l’intero anno sulle superfici ghiacciate, dove possono trovare cibo a sufficienza per il loro sostentamento; le femmine invece, raggiungono la terraferma per partorire e sono sempre più spesso magre e denutrite, poiché la ritirata del ghiaccio le blocca a terra dove non c’è cibo a sufficienza. «Raramente mi è capitato di vedere madri e cuccioli in buona forma» ha affermato la fotografa nella descrizione del suo scatto che ha ricevuto ad oggi, più di 50mila condivisionsu Facebook. Eppure il web si divide e nonostante altri fotografi ed esperti, si siano imbattuti in uno o più esemplari di orso polare emaciato, c’è ancora chi sottovaluta la situazione giungendo alla conclusione che si possa trattare questo, di un esemplare vecchio e malato impedito nella caccia, a causa di una zampa ferita.

Tuttavia avrete sicuramente notato tutti i cambiamenti climatici che devastano gli equilibri naturali del nostro pianeta; siamo a Settembre inoltrato eppure le temperature non accennano a ridursi. A cominciare dalla metà del XX secolo l’incremento delle temperature è stato tale che il surriscaldamento globale non si può più nascondere né sottovalutare. Se il termometro continua a salire la causa principale è da ricercare nell’azione dell’uomo che sprigiona gas nell’atmosfera e continua a modificare l’aspetto della superficie terrestre.

Il problema non riguarda tanto noi in modo diretto, che seppur soffriamo il caldo, abbiamo a disposizione condizionatori e un frigo sempre pieno di bibite fresche, frutta e cibi vari. Gli esseri della flora e della fauna sono i primi a dover pagare le spese delle nostre malefatte ai danni del pianeta. Gli orsi polari non possono difendersi da soli, hanno bisogno della caccia per poter sopravvivere e lo scioglimento dei ghiacciai ostacola questo quotidiano e naturale procedimento che assicura la continuità della specie sulla Terra.

L’annuncio della Langenberger risuona quindi forte tra i ghiacci dell’Artico e speriamo possa arrivare chiaro:

«Facciamo qualcosa riguardo la minaccia più grande del nostro tempo. Forse non potremmo salvare quest’orso, ma ogni piccola azione che facciamo per cambiare i nostri comportamenti è un passo nella giusta direzione. Abbiamo solo bisogno di cominciare e continuare!» 
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