Palermo, sei scafisti arrestati nell’ultimo sbarco
Gli scafisti sono arrivati a Palermo lunedì a bordo della nave della Guardia Costiera Dattilo. Uno di loro è minorenne e deve rispondere anche di omicidio
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La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno individuato e sottoposto a fermo sei cittadini stranieri, tra cui un minorenne. Si tratta di tre cittadini del Gambia, due del Senegal ed un nigeriano. I sei erano alla guida di quattro gommoni che stavano effettuando la traversata del Mediterraneo con a bordo, complessivamente, 482 migranti partiti dalla Libia. Gli stranieri, di nazionalità subsahariana, erano stati tratti in salvo dalla nave “Dattilo” della Guardia Costiera che aveva condotto al porto di Palermo,1049 migranti, provenienti da sei distinti salvataggi. Insieme ai migranti salvati, su uno dei gommoni intercettati, sono stati rinvenuti i cadaveri di altri dieci passeggeri su cui sono ancora in corso gli esami autoptici.
Grazie alle testimonianze dei naufraghi, ieri gli agenti della squadra mobile di Palermo, del Gico e della stazione navale della guardia di finanza sono riusciti ad identificare i sei scafisti. Dai racconti dei sopravvissuti è emerso come il gommone dove hanno perso la vita i sette adulti e le tre bambine era guidato proprio dal “baby scafista” e che sarebbe stato proprio il comportamento del giovane a causare la morte dei migranti. I testimoni hanno sottolineato la cifra delle difficoltà e della precarietà del loro viaggio, ma anche delle condizioni di approssimazione dei natanti e dei loro conducenti, spesso “reinventatisi” timonieri senza alcuna preparazione in materia”.
L’accusa di omicidio
I sei fermati dovranno rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E proprio il minorenne “scafista” dovrà rispondere anche di omicidio, in ordine ai dieci cadaveri rinvenuti sul gommone di cui era timoniere: durante la navigazione, quando già il precario gommone, colmo all’inverosimile di persone e in condizioni di pericolo estremo, in assenza di qualsiasi elementare misura di sicurezza, aveva imbarcato una notevole quantità di acqua, il giovanissimo scafista, scorta in lontananza la nave dei soccorsi, ha tentato di confondersi tra i migranti per celare il suo vero ruolo. In queste frenetiche fasi ha fatto rovesciare sul fondo del gommone diverse taniche di carburante, le cui esalazioni hanno stordito alcuni malcapitati che, cadendo a terra, sono rimasti soffocati dall’acqua accumulatasi sul fondo dell’imbarcazione e ripetutamente calpestati dalla massa di migranti che tentavano freneticamente di guadagnare la salvezza, accalcandosi.
I fermati, dopo gli accertamenti di rito sono stati condotti alla Casa Circondariale “Pagliarelli”, mentre il minore è stato associato al Centro di Prima Accoglienza “Malaspina”.
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