Paradisi fiscali: Tria e l’inserimento degli Emirati Arabi nella blacklist
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si oppone all’inserimento degli Emirati Arabi. I Paesi detti “paradisi fiscali” diventano, così, quindici
È stata aggiornata a Bruxelles la blacklist dei paradisi fiscali da parte dei ministri delle Finanze dell’UE. Ora la lista nera conta ben 15 Paesi che, in un termine più tecnico, sono definiti “giurisdizioni fiscali non cooperative“. A guidare la procedura e l’elenco, è stata la Commissione Europea. Stranamente, dall’Italia, però, il ministro Tria ha avuto delle remore.
Le titubanze da parte di Giovanni Tria riguardano, in particolare, un Paese inserito tra i paradisi fiscali: gli Emirati Arabi. Insieme alla Lettonia, infatti, Tria si è letteralmente opposto alla decisione presa dalla Commissione.
“Non si tratta di un veto, ma di avere espresso un’opinione sul fatto che gli Emirati Arabi Uniti hanno presentato già alla Commissione la nuova legislazione che devono approvare. Questo è un problema soltanto di tempi. La nostra proposta era che si aspettasse, che si concedessero questi tempi ulteriori, come si è fatto per altri Paesi.” ha spiegato il ministro.
“Ma in ogni caso tutto sarà risolto appena questa legislazione verrà approvata. Quindi gli Emirati se oggi entrano nella lista usciranno subito dopo. La nostra opinione rimane, ma ovviamente terremo conto anche dell’opinione degli altri in cerca di una soluzione positiva.” ha poi concluso.
ARTICOLO PRECEDENTE
Correa-Bernardeschi e Marega-Schick: due pesi, due misure. Uefa perché?
ARTICOLO SUCCESSIVO
Governo: Conte, Di Maio e Salvini e la nuova polemica sugli appalti