26 Novembre 2019 - 16:30

Parkinson: l’uso eccessivo di antibiotici può essere una causa

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Arriva dalla Finlandia lo studio che dimostrerebbe l’esistenza di un legame tra l’uso spropositato di antibiotici e la malattia del Parkinson

Dalla ricerca nuova avvertenza contro l’uso eccessivo di antibiotici. Un’elevata esposizione a questi farmaci sarebbe stata collegata a un aumento del rischio di Parkinson. E questo anche ad anni di distanza. Questo quanto emerge da uno studio pubblicato dai ricercatori dell’ospedale universitario di Helsinki, in Finlandia, su ‘Movement disorders’. Le associazioni più forti sono state trovate nel caso degli antibiotici ad ampio spettro e di quelli che agiscono contro batteri e funghi anaerobici.

Lo studio conferma che un uso eccessivo di alcuni antibiotici può predisporre alla malattia di Parkinson anche a distanza di 10-15 anni. “Il legame tra l’esposizione agli antibiotici e il morbo è coerente con la visione attuale, secondo cui in una proporzione significativa di pazienti la patologia del Parkinson può avere origine proprio nell’intestino, ed essere correlata a cambiamenti nella flora batterica anni prima dell’inizio dei tipici sintomi motori come lentezza, rigidità e tremore“, commenta Filip Scheperjans, a capo del team di ricerca del Dipartimento di Neurologia dell’ospedale universitario di Helsinki. Nell’intestino sono stati osservati cambiamenti patologici tipici del morbo persino fino a 20 anni prima della diagnosi.

Nello studio è stata confrontata l’esposizione agli antibiotici tra gli anni 1998-2014 in circa 14.000 pazienti affetti dalla malattia con 40.000 soggetti di controllo sani, di pari età, sesso e luogo di residenza.