PD, la nuova geografia dopo il voto dei circoli
Il Pd rivisita il suo assetto interno dopo il voto dei circoli. Asse forte con Orlando e isolamento di Emiliano nello scontato futuro del partito
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La prima fase del Congresso PD si è appena chiusa e il voto dei singoli circoli ha ridisegnato la geografia interna ai dem, in vista delle primarie di fine mese.
Nella diatriba fra ex “compagni” di corrente a spuntarla è stato, in maniera alquanto scontata, il segretario uscente Renzi e i numeri da lui accumulati hanno permesso l’instaurarsi di un nuovo ciclo nei democrats.
Infatti, guardando alle strategie adottate fino a questo momento, è possibile interpretare anche quale sarà il destino del maggiore partito di centro-sinistra da qui alle elezioni del 2018.
A differenza degli scorsi mesi, il partito non è affatto spaccato come lo era con la precedente minoranza, quella presente ora in Mdp, e lo scontro soft fra i competitor ha marcato esclusivamente le differenze in termini, non tanto di scelte politiche, quanto di strategie elettorali future.
Guardando ai risultati ottenuti dai candidati, si può evincere che la vittoria di Renzi si pone, sin da subito, un duplice obiettivo che investe tanto la parte interna quanto quella delle alleanze.
Facendo riferimento all’assetto interno, si può dire che l’asse con Orlando, che si è già dimostrato non alternativo all’ex Premier avendo condiviso la fase cruciale del governo precedente, avrà il compito di isolare sempre di più Emiliano, considerato ormai di troppo nel partito, e ricongiungere quel minimo di spirito di “sinistra”, o presunta tale, che è rimasto nel partito.
L’operazione, che si presta ad una conclusione pressoché immediata anche grazie ai continui strafalcioni politici del governatore pugliese, è strettamente legata con il piano delle alleanze che porta, direttamente, alle future elezioni del 2018.
Non avendo più opposizione reale interna, il PD si appresta a mostrarsi in una veste nuove, caratterizzata da un’unica voce ufficiale, e, molto più importante, con la possibilità di creare al meglio l’alleanza per la tornata elettorale.
In questa specifica situazione, si intrecciano anche i destini degli attuali alleati di governo che, in sospettoso silenzio da troppo tempo, rientrerebbero facilmente nel progetto renziano di spostamento dell’asse piddina al centro.
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