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La scorsa settimana Pfizer ha affermato che test di laboratorio hanno mostrato quanto il vaccino fosse efficace contro una mutazione chiave, chiamata N501Y, trovata in entrambe le varianti altamente trasmissibili che si diffondono nel Regno Unito e in Sud Africa. «Secondo i primi studi c’è un’elevata efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech contro la variante inglese e sudafricana» aveva affermato Albert Bourla, Presidente e Amministratore Delegato di Pfizer. Non si escludeva l’ipotesi di dover condurre altri test ma l’azienda statunitense si diceva ottimista.
Piuttosto incoraggianti infatti sono gli ultimi risultati di laboratorio che pare si basino su analisi più approfondite rispetto a quelle rilasciate dal gigante farmaceutico la scorsa settimana. L’ultimo studio, che non è stato ancora sottoposto a peer review, è stato condotto su 10 mutazioni, caratteristiche della variante nota come B117 identificata in Gran Bretagna.
Si tratta di una ulteriore speranza poiché attualmente il Regno Unito riporta un numero record di morti quotidiane da Covid, che si ritiene siano causate proprio dalla variante più trasmissibile. Se i risultati dei test fosse confermati questo implicherebbe anche che per ora lo sviluppo di vaccini non deve ricominciare da capo.
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