Immagine da Pixabay
Nel suo ultimo report, l’Istat rivede al ribasso le stime sul Pil italiano relative al secondo trimestre del 2020: si registra dunque una contrazione pari al 12,8%, ancora un -0,4% rispetto alla stima preliminare dello scorso 31 Luglio, sia su base tendenziale che su base congiunturale. Guardando allo stesso periodo dello scorso anno il calo arriva a 17,7 punti percentuali.
Secondo l’Istat a pesare sul calo, è stata soprattutto la flessione della domanda interna che, per quanto riguarda i consumi finali nazionali ha registrato una contrazione pari all’8,7%, mentre nel comparto investimenti fissi lordi il calo sfiora quota 15 punti percentuali (14,9%).
Non va meglio neppure guardando alla domanda estera: le importazioni vanno infatti giù del 20,5%, mentre le esportazioni fanno registrare una contrazione pari al 26,4%.
Il calo del Pil, conclude l’Istat, è in parte anche dovuto agli andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto che hanno interessato tutti i principali settori produttivi: la perdita maggiore si è registrata nel secondario (industria) con un -20,2%. Il settore dei servizi pesa per il -11%, ed infine il comparto agricoltura che soffre con un saldo negativo pari a quasi 4 punti percentuali (-3,7%).
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