27 Novembre 2020 - 11:34

Platini: “Mi volevano a Napoli con Maradona, era una persona generosa”

Platini, Maradona

Michel Platini ha rivelato che il Napoli tentò di portarlo in azzurro insieme a Maradona: “Gli avrei lasciato la maglia numero 10, io avrei preso la 20”

La Serie A ha vissuto la propria epoca d’oro negli anni 80′, quando tra le squadre italiane giocavano campioni affermati in tutto il mondo. C’era Platini alla Juventus, Maradona e Careca al Napoli, Falcao e Conti alla Roma, Rummenigge all’Inter, Zico all’Udinese, Socrates alla Fiorentina e Van Basten al Milan.

Die di questi sono stati anche vicini nel giocare per la stessa maglia. Si tratta di Platini e Maradona. A rivelarlo è stato l’ex calciatore francese, all’indomani della scomparsa del “Pibe de Oro”:

“Non so se l’Avvocato Agnelli sognasse una Juve con me e Maradona assieme, ma Dal Cin aveva provato a portarmi al Napoli. Gli avrei lasciato la maglia numero 10 perché era a casa sua e io avrei preso la 20, che vale il doppio… La prima volta ci eravamo incontrati a Buenos Aires nel giugno 1979, l’indimenticabile Argentina-Resto del Mondo.

C’eravamo io, Rossi, Tardelli e Boniek, allenati dal vostro Enzo Bearzot che mi aveva voluto in squadra. Dall’altra parte i campioni del 1978 con Diego ancora giovanissimo. Un ragazzo già grande come Pelé, Cruijff, Ronaldo e Zidane: i campionissimi che segnano un’epoca.  Non chiedetemi però confronti con me. Come si fa a dire se sono meglio i Beatles o Battisti? Celentano o Jacques Brel? Sono paragoni che non hanno senso nella vita e neanche nel calcio. Il mio migliore? Sono cresciuto con un idolo: Johan Cruijff.

Non so se Maradona è stato il più forte della storia, era un fenomeno ma a Napoli gli avevano costruito attorno una grande squadra. Diego aveva tutto, tutti i mezzi tecnici per essere un campione, un piede sinistro favoloso. E una rapidità che io purtroppo non ho mai avuto, non diventi Maradona se non nasci con questi mezzi. Però lui era più un attaccante, una seconda punta e invece io molto più centrocampista: eravamo diversi”,conclude Platini.